MACEDONIA DI VERDURA PER GLI AZZURRI

È notoriamente intenso, come tradizione impone, il maggio dello sport: intanto perché è quasi totalmente accaparrato dal Giro d’Italia e dalle ultime battute del campionato di calcio, e calcio e ciclismo, come si sa, sono in Italia gli sport per antonomasia, le discipline più accattivanti, attraenti, popolari. Il campionato, almeno il campionato di serie A, quello insomma professionistico, forse addirittura iperprofessionistico, si conclude quest’anno prima di quanto sarebbe stato logico prevedere per le anticipazioni dettate dall’immanenza – poi trasformatasi in zimbello – del Campionato mondiale in programma in Qatar e per il quale appunto erano stati stravolti calendari e date. Del calcio tuttavia converrà occuparci più in là nel tempo, a bocce ferme, come si suol dire, anche per smaltire la delusione che ha fatto seguito al titolo europeo conquistato a Londra e malamente finito nel tritacarne della macedonia di frutta (e soprattutto di verdura) senza che né Gravina né gli altri rispettabilissimi esponenti di spicco della Federcalcio abbiano sentito il “dovere – dov’eri” di presentare (almeno di presentarle…) le dimissioni. Non sarebbero certo bastate a sanare la ferita, a lenire almeno in parte il dolore, ammesso che qualcuno abbia sentito il dolore di quella estromissione. Ma sembra che non sia successo niente. Al punto che è lecito il sospetto che avendo ripreso quasi senza batter ciglio l’abituale tran-tran, il calcio italiano avesse – ed abbia tuttora – più interesse al campionato, alle sue storie, alle sue storielle, che non alle vicende – ancorché tragiche, ma soprattutto tragicomiche, conviene dire – della squadra Nazionale.

E veniamo al ciclismo, al ciclismo caro alle folle del Giro d’Italia, che è giunto, con quella di quest’anno, alla sua centocinquesima (o, come preferiscono alcuni linguisti, centesimoquinta) edizione, valevole anche come ventesima prova dell’UCI World Tour 2022. Il Giro, a conforto della sua internazionalità, già del resto precedentemente assodata e verificata, partirà dall’Ungheria, da Budapest per la precisione, e si svolgerà per un percorso totale di poco più di 3400 chilometri in 21 tappe; partenza il 6 maggio, arrivo il 29, all’interno dell’Arena di Verona.

L'ECO di San Gabriele
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