Stamattina, portavo, in auto, il nipotino alla scuola materna. Era seduto dietro con la nonna. Disegnava ed aveva in mano un mazzo di colori. “Ho perso l’azzurro per fare la pioggia!”. “Ti è caduto”, ha risposto mia moglie. “Dobbiamo raccoglierlo, nonna”. “Ma no. Usa il marrone. La pioggia, quando attraversa le nuvole inquinate, diventa marrone”. Il bambino si è convinto e così la pioggia è diventata marrone. Quale lezione. Io avrei cercato l’azzurro nel fondo della macchina, oppure avrei convinto il nipotino a cambiare disegno. C’è un insegnamento in questo? Si. Occorre tanta fiducia nella realtà per stare al gioco, in un momento critico come questo. Crisi, Covid, guerra …
Per convincere un bambino a continuare a disegnare, occorre una donna. Occorre fiducia nella realtà. Volontà di sintesi, di pace. Intelligenza d’amore. Solo le donne sono capaci di sostenere una realtà pesante, come questa. Non fosse altro, perché la genera, la fa crescere, vi è coinvolta.
Quando la depressione è in agguato, con le sue contraddizioni, per fare sintesi, può essere utile la “terapia del mosaico”. Un mosaico è un insieme di colori chiari e scuri, allegri e cupi. Anzi, sono proprio i colori scuri a dare profondità all’immagine. Perché, nei momenti di successo, il ricordo dei nostri limiti, aiuta a non esaltarci. E, nei momenti tristi, la rievocazione delle ore serene, ci offre la possibilità di non deprimerci. In tal modo, lo spettro delle oscillazioni interiori, un po’ alla volta, tende a stabilizzarsi. Lo afferma anche la Bibbia: “Nel tempo della prosperità non dimenticare la sventura e nella sventura non dimenticare il benessere”.
Cosa intendiamo per persona matura? Quella che, nel momento del successo, non si esalta troppo, consapevole com’è dei propri limiti. E che, quando tutto sembra accanirsi contro, resta stabile, cosciente di quanto la sua personalità sia poliedrica. Ci sono individui che, grazie a una miscela di pazienza e umiltà, riescono a consolidare una qualità che si chiama “resilienza”. La resilienza, non consiste, come la “resistenza”, nella logica della combattività ostinata, ma è la tecnica del muro di gomma, elastico, in grado di schiacciarsi e di ricomporsi. Capacità, questa, propria di chi sa incassare le contrarietà, le offese, pronto a riconquistare il terreno appena possibile. Tali persone sono paragonabili agli uccelli che, sorvolando il mare in tempesta, riescono a riposarsi appena un momento, in cima a un onda, approfittando di una pagliuzza che galleggia. Pagliuzza che può essere la parola d’incoraggiamento di un amico, il ricordo di un elogio, di un momento di successo.
La strategia terapeutica può consistere, allora, nel compensare le tessere scure del nostro mosaico interiore, con quelle chiare. In concreto, nell’elencare mentalmente, o graficamente, i nostri limiti e le nostre risorse, mettendo, però, alla fine, al centro dell’attenzione solo la qualità positiva più significativa. Facendone come un ‘mantra’ da ripetere a noi stessi. Questa è la logica del mosaico. Mettiamoci in mente, che ogni volta che un affanno ci raggiunge, esso, immancabilmente, porta con sé anche una forza aggiunta, la capacità di reagire, un significato da far affiorare e da saper leggere.
Crisi, Covid, Guerra… Da questo pantano usciranno solo coloro che sono capaci di adattamento. Generando le idee giuste, adeguate alla situazione. Cioè, inquadrature mentali più ampie, più alte, più audaci. Ciò vale per il singolo come per la società. Sopravvive solo chi è capace di ristrutturarsi.
Tutto nasce dall’idea. Vi sono idee vitali, feconde, e idee malate, mortifere. In questa epoca problematica, abbiamo bisogno di una speranza viva, feconda. Di un’àncora radicata nei fondali della coscienza. Vincerà chi continuerà a guardare al futuro con ottimismo, fiducioso nella bontà sostanziale del mondo e dell’uomo. Confidando, sempre e comunque, nella vittoria del bene. Luciano Verdone