L’OROLOGIO CON IL PASSARE DEL TEMPO …

Ci sono oggetti ricorrenti nella storia degli uomini. L’orologio è sicuramente uno dei più iconici perché mostra come l’uomo è legato allo scorrere del tempo. Si può sicuramente fare un articolo filosofico sulla percezione umana del fluire del tempo, che alle volte corre e fugge via, mentre altre volte non passa mai. In questa piccola rubrica voglio evocare alcune “incarnazioni” dello strumento che cerca invece di oggettivare il fenomeno.

Primissimi esempi di orologi sono le meridiane, che appartengono alla classe degli orologi solari: l’ombra proiettata dal nostro astro principale su un pianale graduato indicava il momento corrente diurno della giornata. Capiamo bene che tale orologio ha tutto lo svantaggio di non funzionare di notte, o in caso di meteo nuvoloso.

E allora perché non ricorrere alla periodicità di eventi ripetibili? E così siamo passati a usare l’orologio a pendolo: inventato da Christiaan Huygens nel 1656, il movimento ricorsivo del pendolo era il campione temporale per far avanzare tramite ingranaggi le lancette dell’ora e dei minuti.

Certo non possiamo mettere in tasca il pendolo e poter consultare l’orario quando ci serve ad esempio in viaggio o in movimento. Come fare, allora, per rendere lo strumento portatile? Ecco che l’ingegno umano provvede con un’altra invenzione: l’orologio da polso. Inventato alla fine del XIX secolo e popolarizzato durante la prima guerra mondiale, è dotato internamente di un movimento meccanico o al quarzo. Nel primo caso un insieme di ingranaggi, molle e ruote sono congeniati per tenere con regolarità il passo del tempo, rilasciando gradualmente l’energia cinetica per far avanzare le lancette. Nel secondo caso per la scansione del tempo viene usato un cristallo di quarzo attraversato da una piccola corrente elettrica che lo fa vibrare a una frequenza costante. Queste vibrazioni vengono convertite in impulsi elettrici che alimentano un piccolo motore per far avanzare le lancette. Gli orologi al quarzo sono noti per la loro precisione e richiedono meno manutenzione rispetto a quelli meccanici.

E se oltre a ridurre le dimensioni volessimo integrare altre funzionalità nell’orologio? Alcuni orologi da polso più sofisticati possono disporre di data, cronografo, essere resistenti all’acqua e altre esotiche funzionalità come il fuso orario, il calendario perpetuo e la fase lunare. Niente a che vedere però con un orologio digitale degli anni 80 e tantomeno con uno smartwatch del 2020: la rappresentazione dell’ora, e delle altre informazioni, è già in cifre a cristalli liquidi o disegnata sui pixel di uno schermo.

Ma non finisce qui perché i più moderni smartwatch sono capaci di telefonare, rispondere ai messaggi social, navigare, avere connettività con altri dispositivi Bluetooth, fare il monitoraggio del fitness, e tanto altro. Che altro chiedere allora all’orologio del mondo che verrà?

Una mini webcam integrata per le video chiamate, la sempre migliore comprensione dei comandi vocali, materiali e design innovativi, una sempre migliore efficienza nella ricarica wireless, e perché no, display flessibile e proiezione olografica. E tutto quello che suggerirà l’immaginazione del tempo che verrà…

PS Ci siamo dimenticati degli orologi atomici… quelli sono la fine del mondo! Ci sarà tempo anche per loro!

Buona ripresa a tutti dell’anno sociale!

marco.staffolani@gmail.com

L'ECO di San Gabriele
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