Estromesso dall’Europeo senza neppure che qualcuno se ne sia adontato più di tanto (questi “qualcuno” un tempo avrebbero presentato dimissioni magari, chissà, accettate…), il calcio italiano ha ripreso senza apparente batter di ciglio il suo abituale tran-tran, canticchiando – è da presumere – il leitmotiv in voga nell’estate di quarant’anni fa. Ma quarant’anni fa il calcio italiano non pensava affatto che l’estate stesse finendo (come indicavano le rime dei Righeira), essendo tuttora nel pieno di quell’euforia post “Mundial 82”, da cui forse non ci siamo ancora ripresi, parentesi “Roma Novanta” inclusa, se l’estromissione per mano elvetica dal campionato europeo non sembra aver lasciato tracce tangibili, come forse ci si sarebbe atteso secondo la prassi, consolidata, che vorrebbe la chiusura non solo formale di una gestione dopo la conclusione negativa di una trasferta, di una spedizione.
Nulla di tutto questo: l’estate sta finendo, e con l’estate si allontana anche il ricordo dell’Europeo, e con l’Europeo quanto di quel calcio sarebbe stato, e sarebbe tuttora, utile memorizzare per evitare in un prossimo ormai già vicino, la ripetizione di quegli errori, tecnici, tattici, comportamentali, che hanno contrappuntato la scialba presenza azzurra in terra tedesca.
L’estate dunque sta finendo: e che ricordo ci resta dell’Europeo? Che calcio ricomincia in Italia? Se ci dobbiamo soffermare col pensiero a quanto registrato con i commenti, le dichiarazioni, i propositi, le iniziative sarà un calcio di corto respiro (Allegri direbbe “di corto muso”…), buono come sempre a far ricchi i già ricchi palinsesti televisivi, e poveri, di contenuti e di novità, i programmi e l’essenza del calcio stesso, a qualsivoglia serie appartenga. L’estate dunque sta finendo. E speriamo che si porti via anche l’esasperato stillicidio di una pletora di cronisti con l’enfasi incorporata: possibile che nessuno ricordi a questi nostri colleghi la sobrietà di Carosio o la composta esultanza di Martellini? Possibile, ancora, che nessuno si sia accorto che il calcio non merita tanto enfatico entusiasmo?