Un convegno per discutere delle prospettive di un’arte tessile che in Italia va scomparendo. L’alto artigianato nella contemporaneità: gli arazzi a basso liccio nell’Oasi di Penne è il titolo della tavola rotonda organizzata lo scorso dicembre dalla Riserva regionale Lago di Penne e il Wwf Italia in collaborazione con la Fondazione Musap. Nel corso dei lavori è stata annunciata la mostra sull’arazzeria prevista per l’autunno del 2017 nella sede del Macro a Roma. L’arazzeria pennese rappresenta un’eccellenza dell’artigianato artistico vestino che ha avuto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Fu fondata nel 1965 da Fernando Di Nicola e Nicola Tonelli, due maestri d’arte del locale istituto e da un gruppo di tessitrici, loro ex allieve. Dopo la sua chiusura avvenuta nel 1998, per non perdere la tradizione e l’eccellenza di un made in Italy artigianale e artistico di rara qualità, nel 2014 la Riserva regionale Lago di Penne, insieme con la Brioni S.p.a., la Fondazione Musap, la cooperativa Alisei e il Gal Terre Pescaresi, ha attivato un progetto di rilancio con l’obiettivo di far rinascere il laboratorio e continuare la produzione di arazzi d’arte. Il nuovo corso dell’arazzeria è iniziato con la produzione degli arazzi di Summa, Costantini, Sabatini, Appicciafuoco, Costas Varotsos e Alberto Di Fabio. Poi, con la direzione artistica di Barbara Martusciello, sono stati tessuti gli arazzi di Matteo Nasini e di Marco Tirelli, ora in corso d’opera.
L’ALTO ARTIGIANATO NELLA CONTEMPORANEITÀ: GLI ARAZZI A BASSO LICCIO
