La maglieria come estensione dei nostri corpi, espressione dell’animo. Naira Khachatryan, stilista armena che ha scelto l’Italia come seconda patria, costruisce storie con i filati. Superfici increspate, crateri di maglia, piramidi, nuvole, deserti in fiore indossati da creature eteree, raccontano storie di donne che sanno abitare il tempo e lo spazio. Quel tempo scandito dal ritmo degli orditi, dalla precisione dei riverberi di filato che fa della maglieria un’espressione femminile e universale della capacità di intrecciare, legare, intessere.
La sua ultima capsule collection presentata durante la Yerevan Fashion Week in Armenia, presenta filati naturali come lana fine, mohair e viscosa, scelti per la loro texture unica e le loro qualità organiche. I filati sono stati elaborati tecnicamente in diverso spessore, da molto sottili a spessi, permettendo una vasta gamma di esperienze tattili ed effetti visivi. Composta da 30 look distinti, la collezione esplora il dialogo tra forma e funzione.
Ispirata alla filosofia dell’arte indossabile, le sue creazioni danno vita al concetto di bellezza tridimensionale, modellandosi sulla figura femminile e diventando una seconda pelle.