La procreazione medicalmente assistita

Sorge spesso la domanda sull’eticità delle varie tecniche relative alla procreazione medicalmente assistita applicate in numerosi Paesi. Come valutare i vari interventi biomedici che mirano a superare la sterilità?

Nelle nostre società industrializzate la fertilità delle donne è diminuita notevolmente nell’ultimo mezzo secolo. Tale cambiamento è dovuto a vari fattori non del tutto conosciuti, ma quello principale è l’età molto più avanzata delle donne che desiderano un figlio. La sterilità costituisce una dura prova per le coppie e può minacciare la stabilità dell’unione coniugale.

L’aiuto fornito alle coppie sterili è un atto medico nobile. Tuttavia, non tutto ciò che è tecnicamente possibile, è eticamente accettabile. Non esiste alcun diritto al figlio, ma esiste il diritto del figlio di essere concepito, messo al mondo ed educato nel senso di una famiglia, dove viene accolto come un dono di Dio. I valori umani non sono solamente accolti e rispettati dalla fede cristiana, ma da essa vengono innalzati, purificati e perfezionati (Cf. Dignitas personae, 7). Ogni essere umano ha eguale dignità, perché viene creato ad immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,2627), assunta nell’umanità del Figlio (Gaudium et spes, 22) e destinato alla salvezza (Rm 8,29). Il valore della vita di un neonato dipende da queste verità fondamentali e non dallo stato di salute o dal modo in cui veniva concepita. Anche una vita umana proveniente da una violenza carnale, che è un atto abominevole, ha la stessa dignità come ciascuno di noi.

I genitori e la società hanno l’obbligo morale grave di tutelare ogni vita ed assicurare la dignità della procreazione rispettando i valori seguenti: l’integrità fisica degli embrioni e dei feti, la considerazione della coppia di sposi come l’unico contesto dignitoso per la trasmissione della vita e il rapporto inscindibile tra l’atto coniugale e la procreazione. Mentre la distruzione degli embrioni in sovrannumero o quelli difettosi che si trovano in laboratorio, il ricorso a donatori o donatrici di ovociti o spermatozoi nella fecondazione eterologa violano gravemente la dignità umana, la promozione della vita nascente, invece, umanizza e rinsalda l’intera società.

L'ECO di San Gabriele
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