LA LIBERTÀ DI SCELTA TRA BENE E MALE   

Caro amico/a, proseguiamo il nostro cammino di  riflessione sulla libertà con una domanda provocatoria: bisogna lasciare all’uomo il libero arbitrio anche quando sceglie il male? (YC 289) La libertà é uno dei diritti fondamentali propri della dignità umana, ma essa non sarebbe tale se non permettesse di scegliere anche il male. Come impedire che la sua rivendicazione si trasformi in una continua lotta tra le persone? Il Catechismo dei giovani ricorda a proposito che uno dei compiti dello Stato è la difesa della libertà dei suoi cittadini in tutte le sue espressioni (religiose, associative, professionali…). Conferma che la libertà dell’uno é il confine della libertà dell’altro: nelle relazioni sociali, è la condizione indispensabile per coesistere pacificamente, ma rimane aperta la questione sulla  libertà morale e sul  modo con cui Dio ci aiuta a diventare uomini liberi (YC 290). Nelle sue lettere san Paolo, affrontando costantemente l’argomento, afferma con chiarezza che “Cristo ci ha liberati per la libertà” (Gal 5,1) e che siamo capaci di amore fraterno. Per questo invia lo Spirito Santo, che ci rende liberi dai poteri del mondo e che ci dona la forza per una vita di amore e di responsabilità. Scrivendo ai Romani, l’apostolo spiega: “e voi non avete ricevuto uno Spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre! Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio”(Rom 8, 15-16).

Caro amico, queste non sono solo belle parole! Ricorda che i sacramenti che hai ricevuto (battesimo, confermazione, eucaristia) ti assicurano il dono di cui parla san Paolo, perché lo Spirito Santo riempie il cuore di amore nei confronti di Dio e del prossimo. Penso ai molti giovani che si dedicano con passione ad opere di volontariato negli eventi straordinari (calamità naturali, disagi sociali,…) come nelle iniziative di solidarietà, assistendo chi soffre, … non per un entusiasmo passeggero, ma spinti da una forza che li porta ad agire per il bene dell’altro nella libertà aprendosi all’esperienza dell’amore ai fratelli. Si manifesta così la bontà dell’agire umano, ma come fa un uomo a capire se le sue azioni sono buone o cattive? YouCat offre una risposta precisa affermando che l’uomo è in grado di discernere le azioni cattive da quelle buone perché possiede la ragione e la coscienza che gli permettono di giudicare chiaramente (YC 291).

Caro amico rifletti sui criteri che aiutano a distinguere le une dalle altre.

  1. Alle buone intenzioni devono far seguito azioni buone concrete: non posso fare una rapina per aiutare i poveri!
  2. La cattiva intenzione con cui compio il bene, rende cattiva l’azione: aiutare un anziano o un non vedente a tornare a casa è cosa buona, ma diventa cattiva se la mia intenzione è di derubarla!
  3. Certo le circostanze possono ridurre la responsabilità di chi agisce, ma nulla tolgono alla malvagità o bontà dell’azione. La violenza verso un genitore è sempre male, anche se quel genitore non ha mai mostrato amore o attenzione al figlio. Può anche capitare che in alcune situazioni, qualcuno compia un’azione cattiva a fin di bene (YC 292) ma ciò non è mai lecito: la coscienza, sacrario dell’uomo in cui risuona la voce di Dio, afferma il Concilio Vaticano II (GS 16), fa comprendere che la vera libertà e la dignità della persona non sono compatibili con l’assioma, purtroppo ricorrente nella mentalità odierna, il fine giustifica i mezzi. No. Mai. Alcuni esempi: andare via di casa per restituire stabilità ad un matrimonio e/o alla famiglia; utilizzare embrioni per ricerche sulle cellule staminali; aiutare la vittima di uno stupro con l’aborto! Caro amico, forse stai arricciando il naso o scuotendo la testa perché in disaccordo con quanto hai appena letto! Ascolta la voce della tua coscienza e chiediti se la tua vita fosse stata manipolata o eliminata dal concepimento per una qualunque ragione o pretesto … non saresti qui a leggere!!! Se un uomo desidera veramente il bene, per il bene deve essere disposto a fare o a subire qualsiasi cosa (Soren Kierkegaard).

Ogni persona sperimenta in sé desideri, emozioni, modi di percepire che suscitano attrazione: sono le passioni che attirano l’uomo al bene e gli fanno rifiutare il male. (YC 293) Dio ha creato l’uomo capace di amare e di odiare, di desiderare o rispettare alcune cose, tanto da essere attratto da certe e da temerne altre, per trovare gioia piena, grande tristezza o ira. Nel profondo del cuore l’uomo ama sempre il bene e odia il male, o almeno ciò che crede tale. Le passioni, in quanto pulsioni di grande valore, non vanno percepite solo o subito come peccati. (YC 294) Esse spingono ad agire con energia e non devono essere mal indirizzate. Orientate al bene divengono virtù ma se dominano  sino a privarlo della libertà di scelta e lo seducono al male, diventano vizi! Caro amico/a, questa non è una riflessione astratta perché investe la tua vita quotidiana, le tue scelte che seguono la voce interiore della coscienza. A proposito ti sei ricordato/a di visitare il sito di preparazione al prossimo Sinodo del 2018? [youth.synod2018.va]

L'ECO di San Gabriele
Panoramica privacy

Questo sito utilizza cookies per migliorare l'esperienza di navigazione.

I cookies sono piccoli files di testo salvati nel tuo browser per facilitare alcune operazioni. Grazie ai cookies, se torni a visitare il sito potrai essere riconosciuto non dovendo dare nuovamente il consenso al trattamento dei dati personali e saranno ricordale le preferenze già espresse.

Per gli sviluppatori, i cookies indicano le pagine più apprezzate dai visitatori al fine di un ulteriore sviluppo del sito.