Katie

di Michael McDowell, traduzione di Elena Cantoni,
Neri Pozza – pp. 440, euro 14,90

La giovane vita di Philomena Drax è tutt’altro che spensierata. Cresciuta con una madre remissiva, lotta ogni giorno per non soccombere alla povertà. Quando decide di lasciare New Egypt per rintracciare il nonno mai conosciuto, caduto nelle grinfie dell’orribile famiglia Slape, innesca una scia di delitti brutali e sistematici. Gran parte di questi hanno un’unica firma: Katie Slape, bambina dalla mente di veggente e dall’animo traboccante di crudeltà e follia. Quello che ne risulta si potrebbe considerare un romanzo di formazione (o di antiformazione, a seconda della prospettiva), in cui ogni passo in direzione della luce ne richiede due nel buio più spaventoso. Ha i ritmi del thriller e le atmosfere dell’horror; Michael McDowell lo ha definito, sinteticamente, il suo romanzo più “crudele”. Il segreto è senza dubbio nei protagonisti che lo popolano, ciascuno calato perfettamente nella propria “parte”. Ci sono personaggi che ti lasciano con il fiato sospeso, altri che ti seguono nel sonno. La piccola Katie è uno di quelli che ti fanno lasciare la luce accesa la notte.

L'ECO di San Gabriele
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