IL PATTO DEL SILENZIO

Il patto del silenzio è il titolo di un film schietto e duro sul bullismo, con una piccola protagonista assolutamente eccezionale: Maya Vanderbeque di sette anni. Nora è al suo primo giorno di scuola e fa fatica a lasciare il padre. In una classe superiore c’è già il fratello Abel il quale però vuole che lei gli stia lontano. Il motivo c’è. Abel subisce le vessazioni da parte di un gruppetto di bulli e non vuole che la sorella si intrometta e neppure ne parli con il genitore. Abel chiede alla sorella di fare silenzio sulle vessazioni che sta subendo ma è molto più propriamente “un mondo” quello che Nora sta esplorando e non tutte le scoperte, oltre a quelle relative al fratello, sono positive.

La regista, Laura Wendel, non si lascia affascinare dalla retorica dei bambini “innocenti”. Sa (e sa come mostrarcelo) che in uno stadio anteriore rispetto al bullismo i piccoli possono essere anche crudeli con i loro coetanei. Talvolta bastano poche parole per decretare un’emarginazione. In questo mondo gli adulti, anche se nel ruolo di docenti, faticano ad entrare. Occorre loro una sensibilità speciale (che una giovane maestra ha ma ad altre colleghe manca anche perché hanno davanti situazioni non facili da gestire).

La camera segue da vicino Nora nei suoi slanci così come nelle sue chiusure offrendoci più di un’occasione di riflessione. Ivi compresa quella sul fenomeno del bullismo in un aspetto che non sempre viene preso nella dovuta considerazione. Cioè quello delle cause di questo comportamento e di quali possono essere gli elementi che vi stanno alla base. Il patto del silenzio sul grande schermo il 9 febbraio.

L'ECO di San Gabriele
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