Da qualche tempo, da quando il Papa con una lettera apostolica ha dato a tutti i sacerdoti la facoltà di togliere la scomunica annessa al peccato di aborto, ci sono state diverse reazioni, soprattutto tra i non credenti. Ma in fondo il Papa non ha sminuito il reato dell’aborto, anzi ha ribadito che esso rimane una realtà grave e drammatica. Vorrei che lei ne parlasse ancora per non dimenticare.
Marisa (San Benedetto del Tronto)
Grazie, Signora, che da ancora la possibilità di ribadire il senso della decisione del papa presa con la lettera apostolica Misericordia et misera, di allargare la facoltà di togliere la scomunica “latae sententiae” annessa all’aborto e di assolvere detto peccato a tutti i sacerdoti della chiesa universale.
Il Papa con la sua decisione non a inteso sminuire la gravità della soppressione di un individuo nelle primissime fasi della sua esistenza. L’aborto è e rimane un “efferato delitto”, come soleva esprimersi San Giovanni Paolo II, ma ha inteso rendere più vicina e mettere più a portata di mano la misericordia di Dio.
Il criterio fondamentale per ottenere la misericordia di Dio è, per la chiesa, il pentimento sincero e il proposito di non commettere più atti simili, un pentimento che si esprime nell’accettazione della penitenza imposta dal sacerdote.
La decisione del pontefice è perfettamente in linea con la dottrina della bimillenaria della chiesa e con lo spirito del cristianesimo, il quale prima di essere una religione, è una proposta di cambiamento della vita, è la promessa e la possibilità di rinascita, di risurrezione non solo di Gesù Cristo, ma, cosa non secondaria, dell’uomo con la possibilità di conversione, ossia di rifondare la propria vita.
Il sacramento della penitenza, modulato sulla condizione psichica ed esistenziale del penitente, ha l’intento di aiutare a riprendere il cammino di fedeltà al Signore con fiducia, consolata dall’amore di lui che non è sconfitto dal peccato dell’uomo.
Sono convinto che la decisione di papa Francesco aiuterà molte persone a vincere le resistenze interiori, i tanti timori, le autocondanne, i rimorsi, facilitando l’accesso alla confessione e aprendo loro la via di un incontro personale e filiale con l’infinita misericordia di Dio.
Servirà a lenire e risanare tante donne ferite dalla scelta sofferta e dolorosa dell’aborto, di non aver fatto vivere la vita al figlio