Sono consapevole, padre, che ci sono forti contrasti sul cosiddetto “aborto eugenetico” e spesso prevale l’opinione di chi è favorevole ad esso. La Chiesa cosa insegna in proposito e quali sono le motivazioni per evitare in questi casi l’aborto? Una devota di san Gabriele
L’espressione “aborto eugenetico” viene usata da coloro che consigliano di eliminare il nascituro quando si prevede che nasca malformato o affetto da qualche malattia genetica o difetto ereditario.
Viene chiamato anche “aborto terapeutico” ma in modo improprio, perché con tale espressione si suole indicare l’interruzione di una gravidanza che può compromettere la salute o la vita delle gestanti.
Nessun tipo di interruzione della gravidanza fatta con mezzi meccanici può essere oggettivamente giustificata: il diritto alla vita è inviolabile da parte di chicchessia! Il fatto che l’embrione si presenti malformato o portatore di gravi tare ereditarie non diminuisce, anzi aggrava l’offesa alla vita e alla dignità umana.
Si può ben comprendere l’angoscia di una mamma che sa di attendere un figlio malformato, la drammatica solitudine in cui spesso viene lasciata. Il gesto difficile di apertura alla vita grava tutto su di lei.
Di fatto la cultura dominante, i gruppi di pressione ideologica e persino la legislatura scoraggiano chi viene a trovarsi in un tale conflitto di coscienza. La ragione e la fede, però, sono sempre dalla parte della vita, anche se imperfetta biologicamente.
L’embrione ha diritto alla vita e nessuno può interrompere o mortificare tale diritto! Ogni tentativo di giustificare l’eliminazione di nascituri malati o portatori di handicap mette allo scoperto la difficoltà dei cosiddetti sani ad accogliere i malati, evidenzia un falso concetto di qualità della vita.
C’è al fondo una concezione arbitraria della vita che tende a giustificare la decisione dei genitori a selezionare i figli adatti e sbarazzarsi di quelli non graditi. In questo modo, purtroppo, l’uomo si fa arbitro insindacabile di chi deve vivere e di chi no. baldinic@hotmail.com