Non è un segreto che la scuola italiana, pur didatticamente valida, pecca spesso per scarso pragmatismo. I contatti con il mondo esterno risultano spesso insufficienti e ciò determina la scarsa fiducia delle famiglie circa la possibilità che il percorso scolastico possa davvero avviare i ragazzi verso il mondo del lavoro. Tanto è più vero laddove si tratta di scuole tecniche e professionali che dovrebbero sfornare giovani già in possesso di quelle conoscenze e competenze di base utili al sistema imprenditoriale e produttivo locale. Il rapporto tra scuola e lavoro, così come avviene in altri paesi europei, dovrebbe essere pertanto maggiormente curato e sviluppato per dare maggiore efficienza sia all’istruzione che alle attività economiche. Constatate tali carenze, su iniziativa del ministero del lavoro, si stanno realizzando e finanziando sul territorio nazionale (e tra un po’ anche in Abruzzo) appositi servizi di placement all’interno delle scuole superiori stesse. Vediamo in cosa consistono, considerando gli obiettivi: facilitare la transizione dalla scuola al lavoro, rilanciare l’istruzione tecnico-professionale, rilanciare il contratto di apprendistato, ripensare l’utilizzo dei tirocini formativi, promovendo le esperienze di lavoro nel corso degli studi.
Il servizio di placement, in particolare, avrà il compito di favorire l’incontro tra diplomati/diplomandi e il mondo del lavoro attraverso l’attività di intermediazione, gestendo e attivando rapporti con le aziende del territorio per favorire l’incontro tra le due realtà: scuola-lavoro. Il modello proposto dovrà valorizzare il sistema scuola quale anello di congiunzione tra studenti/famiglie, da una parte, e la molteplicità di attori economici sul territorio, dall’altra. L’offerta di servizi dovrà interessare una parte consistente di studenti (diplomati e diplomandi) per i quali si effettuerà un’analisi delle motivazioni e propensioni attraverso colloqui individuali, laboratori e testimonianze significative, in relazione ai profili e le competenze richieste dal mercato e alle tipologie di ingresso (tirocini, apprendistato, stage, buoni lavoro, mobilità in Europa). Da ciò scaturirà un progetto di sviluppo personalizzato, individuando le competenze necessarie ancora da acquisire e la verifica in progress dello sviluppo del percorso e delle tecniche di ricerca attiva del lavoro (curriculum vitae, lettera di presentazione, colloqui e altre modalità di selezione), visite aziendali, supporto all’avvio al lavoro in impresa anche attraverso la metodologia modello d’impresa formativa simulata. Successi-vamente il servizio provvederà alla pubblicazione e diffusione delle vacancies e delle opportunità di inserimento lavorativo possibili, quindi alla preselezione di candidature coerenti con i requisiti previsti, infine al tutoraggio degli inserimenti lavorativi realizzati.
Tra le finalità generali c’è quella di realizzare percorsi personalizzati di orientamento e placement di durata non inferiore a 7 ore per studente, con il coinvolgimento del maggior numero di scuole possibili, così da contribuire in maniera consistente a ridurre il tempo che passa tra il conseguimento del titolo di studio e l’ingresso nel mondo del lavoro. Il servizio di placement sarà collocato all’interno del singolo istituto in spazi idonei all’espletamento delle prestazioni previste, logisticamente ben riconoscibili e facilmente accessibili a tutti gli studenti, compresi quelli con disabilità. Dovrà, inoltre, essere garantito agli stessi studenti l’accesso alle strumentazioni e alle tecnologie utili alla fruizione del servizio.
Il servizio, oltre a proporre direttamente alcune attività, potrà costituirsi come struttura intermedia tra studenti e territorio. A tal fine, sarà necessario promuoverne un’adeguata visibilità, non solo all’interno dell’istituto scolastico ospitante, ma anche all’esterno e in particolare verso altri soggetti che possano concorrere alla erogazione di attività e servizi in risposta ai bisogni dei ragazzi. Il contributo previsto per ogni scuola proponente sarà pari a un massimo di 30 mila euro e speriamo che, stavolta, date le premesse, siano davvero soldi spesi bene.