di Thrity Umrigar, traduzione di Sara Puggioni,
Libreria Pienogiorno, pp. 397, euro 18.90
Quando un libro ha molto successo non è mai per un solo motivo: Il canto dei cuori ribelli, bestseller di Thrity Umrigar, non fa eccezione. Partiamo dal primo: il respiro con cui è scritto. I ritmi sono quelli di una storia che implora di essere raccontata, in cui i passaggi dalla rabbia alla tenerezza sono repentini, così come quelli dalla speranza allo sdegno. Secondo motivo: la trama. Smita ha lasciato l’India a quattordici anni, promettendo di non tornare; la chiamata di Shannon, sua collega giornalista, la richiama alle origini per seguire il caso di Meena, brutalmente punita per aver deciso di sposare un uomo che ama, colpevole solo di credere in una religione diversa.
Come suggerisce il titolo, è la storia di due cuori ribelli, due donne che – pur combattendo battaglie diverse – non si arrendono alla sorte che è stata decisa per loro; lo fanno urlando contro le ingiustizie di una realtà che sembra immobile da secoli, di pietra. Per farsi sentire da milioni di lettori serve una voce forte: questo libro ne ha una.