Finale di stagione non del tutto soft per il calcio italiano, a cominciare dalla Juventus, impegnata a Cardiff sabato 3 giugno nella finale di Champions League, seconda volta in tre anni per lei, dopo aver superato i francesi del Monaco sia all’andata (2-0) che al ritorno (2-1). Chiuso in discreto anticipo il capitolo scudetto con la sesta vittoria consecutiva dei bianconeri (record per le vicende di casa nostra), gli sguardi si sono subito appuntati sulla Nazionale di Gian Piero Ventura che ha in programma due impegni, non tanto proibitivi né sul piano gestionale, né su quello fisico e psicologico: un’amichevole con l’Uruguay (Nizza, mercoledì 7 giugno) e un incontro di qualificazione al Mondiale di Russia contro il Liechtenstein (Udine, domenica 11). L’uno e l’altro sono incontri da considerare come le feste scolastiche di fine anno quando non ci siano esami da affrontare.
La Nazionale tuttavia non deve dimenticare la necessità, diremmo meglio: l’obbligo, di presentarsi alla ripresa autunnale con il piglio dovuto all’intensità degli impegni calendarizzati. Si comincerà con la difficile trasferta in terra iberica, il 2 settembre, ospiti della Spagna, che contende proprio agli azzurri il primato nel girone di qualificazione, unica possibilità diretta di accedere ai mondiali russi senza sobbarcarsi il rischioso ricorso agli spareggi. (E continueremmo a chiederci la ratio che ha suggerito queste date se non ricordassimo che il vero ed unico gestore del calcio nostrano sono le società più che la Federazione…). Lo stesso Ct Ventura non pensa ancora alla sfida con la Spagna “perché – ha ricordato – prima ci sono le partite con Uruguay e Liechtenstein, utili, se dovessimo fare risultato, per guadagnare altre posizioni nel ranking Fifa: siamo saliti al 12° posto, l’obiettivo è classificarci tra le prime 10, cosa che non succede da anni”.