Visto che nei piatti sono rimaste solo briciole si può, senza ombra di dubbio, affermare che la prima sperimentazione attuata in Italia di Pappa Fish si è conclusa con un successo che è andato oltre ogni aspettativa. La campagna educativa alimentare, dedicata al consumo del pesce fresco dell’Adriatico nelle mense scolastiche, ha coinvolto nelle Marche 22 comuni, 120 scuole pubbliche dell’infanzia, delle primarie e delle secondarie inferiori e una schiera di oltre tredicimila alunni che hanno scelto, in accordo con le famiglie, di essere i primi attori appunto del Pappa Fish. Mangia bene, cresci sano come un pesce. Altro che i bastoncini impanati della pubblicità! Nelle mense scolastiche aderenti al progetto si è appurato che è meglio un piatto di sardoncini scottadito, magari da mangiare con le mani, tipologia di pesce che si trova in Adriatico. Sono state, comunque, quindici le specie ittiche servite in tavola tra cui, oltre a sardine e alici, triglie, suri, moli, pannocchie, sgombri, gallinelle, ma anche pregiati molluschi quali cozze e vongole e persino trote allevate nelle acque chiare dell’entroterra. Complessivamente, nell’arco di pochi mesi, nelle scuole della regione sono state più di 750 le giornate di somministrazione, con una media di più di undicimila pasti per giornata, per un totale di ventuno tonnellate di prodotto attentamente pulito, spinato e sfilettato.
Il pescato è stato servito almeno una volta a settimana, a seconda della disponibilità, della stagione e del comune di appartenenza (se costiero o collinare-montano) e interpretato dai cuochi in oltre trenta diverse ricette. Alla fine tutti soddisfatti: gli alunni, che una volta tanto hanno potuto leccarsi i baffi; gli insegnanti, perché rimasti sorpresi dal fatto che sono stati ritirati solo piatti vuoti e la Regione, madrina dell’iniziativa cofinanziata dal Fondo europeo per la pesca, che si era proposta di diffondere il prodotto ittico locale le cui varietà, appartenenti a quello che, a torto, si definisce “pesce povero”, in realtà è ricco di sapore e di pregiati elementi nutritivi, al fine di abituare i bambini al consumo del pesce, portandoli a scoprire non solo che è buono e fa bene, ma che è anche divertente. Allo stesso tempo si è voluto svolgere il compito di educare le nuove generazioni al consumo consapevole, al rispetto dell’ambiente e al senso di appartenenza culturale. Senza trascurare l’opportunità economica offerta a chi oggi lavora nella filiera dell’itticoltura.
Il Pappa Fish sarà riproposto anche nell’anno scolastico che sta per iniziare puntando a coinvolgere un maggior numero di comuni, confortati in questo dai dati sugli “avanzi” che hanno dimostrato un calo significativo dello scarto (-35%): se prima della sperimentazione circa mezza porzione di pesce (congelato) veniva buttata, con il prodotto fresco locale non ne restano che briciole (11%). In un progetto, che metteva il bambino al centro, il parere dei piccoli assaggiatori è stato fondamentale. Quasi ventimila, infatti, sono stati i questionari raccolti: dai tre anni in su, tutti gli alunni hanno riferito sul loro gradimento o meno dell’iniziativa su una scheda, parere espresso con bollini colorati (verde/mi piace, rosso/non mi piace) e “smile” (facce sorridenti o tristi). Così, ogni mensa, in base ai giudizi rilevati, ha potuto aggiustare le ricette e inventarne di nuove anche in corso d’opera. Oltre alla somministrazione del pesce, la sperimentazione si è sviluppata pure in aula lungo un percorso multidisciplinare e per fasi.
Con l’affiancamento di esperti psicologi, nutrizionisti e biologi, gli insegnanti hanno costruito piani didattici calibrati per ogni fascia di età e in base alle specifiche esigenze della classe. Più di cento diversi laboratori, 1.700 ricettari distribuiti alle famiglie, oltre 12 mila elaborati tra disegni, e-book e video multimediali, decine di visite ai luoghi della tradizione marittima (porti, mercati ittici, musei del mare) e, infine, i Pappa Fish Days, le giornate di festa che da nord a sud delle Marche hanno concluso in bellezza il progetto nelle ultime settimane di scuola. La campagna ha avuto una risonanza internazionale con annessi scambi interculturali con scuole di altri paesi, da Cipro alla Norvegia, tramite piattaforme didattiche in rete e video-chiamate in tempo reale tra gli alunni.
“Se con Pappa Fish – ha riconosciuto l’assessore regionale alla pesca, Sara Giannini – le Marche hanno elaborato un modello virtuoso di sviluppo sostenibile, le potenzialità del progetto sono state esaltate pure dagli operatori della pesca che si sono attivati per rispondere adeguatamente alle richieste e agli standard delle mense, come la spinatura e la sfilettatura del pescato, operazioni che hanno comportato il ricorso a un processo industriale ad hoc con le complicazioni del caso, ma ogni sforzo è stato poi premiato”.
Tra le novità di quest’anno scolastico ci sarà un Pappa Fish Master Chef, una sorta di competizione che vedrà partecipare i giovani allievi con i propri genitori. Presentato, infine, un sito web interattivo, pappafish.regione.marche.it