Chewing gum/gomma americana: in effetti per la maggior parte in commercio niente gomma ma solo plastica malleabile. Scioglie la tensione, pulisce i denti, profuma l’alito, la troviamo appiccicata sotto i banchi di scuola, sulle panchine, sui marciapiedi. Realizzata per lo più con gomme sintetiche a base di petrolio, viene masticata una sostanza chimica (stirene-butadiene) simile a quella che si unisce alla gomma naturale per produrre pneumatici, lo stesso materiale di sacchetti e bottiglie. Ma per la gomma americana si aggiunge colla per legno (acetato di polivinile). È molto costoso rimuoverla dove si è attaccata e non essendo biodegradabile inquina l’ambiente. Studi dell’università della California provano che un grammo di gomma da masticare rilascia in media 100 microplastiche, alcune fino a 600. Il professor David Jones, università di Portsmounth (GB), afferma che lo smaltimento responsabile e le etichette più esaurienti non risolvono il problema. Propone, infatti, di tassare il prodotto e con i proventi incentivare la ricerca per arrivare a gomme a base vegetali o alternative sostenibili. Le cifre mostrano che occorre agire su consumatori e soprattutto sui produttori che incassano ben 42,85 miliardi di euro l’anno a fronte di una produzione annua di 2,436 milioni di tonnellate.
Gomme da masticare e micropastiche
