GIRO A TESTA IN GIÙ

Anche il ciclismo onora gli Invincibili. La partenza del Giro d’Italia da Venaria Reale non può infatti che ritenersi l’omaggio di uno sport popolare quale il ciclismo ai rappresentanti storici di un calcio allora e tuttora assai popolare. Il Giro quest’anno ha abbandonato certe consuetudini, a cominciare dall’arrivo dell’ultimo traguardo a Milano. Ma dalle cronache dei primi impegni agonistici non sembra aver perso quello smalto di popolarità che per anni lo ha connotato, al punto da suggerire agli editori di un celebrato settimanale del secondo dopoguerra l’inserimento della dizione “e il ciclismo” accanto a quel “Calcio illustrato” che raccontava le vicende dello sport con foto, disegni, vignette, schemi tattici (famosi già allora quelli di un disegnatore tra i migliori, Silva, se il vostro cronista ne rammenta correttamente il nome), vero e proprio antesignano delle rubriche che inondano oggigiorno le emittenti sportive.

Qualche sprazzo di cronaca legata al Giro di quest’anno: partenza dunque, come ricordato, da Venaria Reale, e passaggio sul colle di Superga a 75 anni dalla tragedia del Grande Torino. Poi a capofitto per l’Italia delle regioni fino ad approdare alla maestà della capitale che quest’anno coccola e si gode a lungo il Giro, i girini, la carovana degli sponsor e quanto fa da sempre la storia delle due ruote.

L'ECO di San Gabriele
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