In una regione come quella abruzzese, con tanti chilometri di costa e diversi porti per barche da pesca e da diporto, non è da sottovalutare l’occupazione lavorativa nell’ambito del lavoro marittimo. Diversamente dalla generalità dei lavoratori, la cui gestione è affidata ai centri per l’Impiego i lavoratori marittimi sono gestiti dagli Uffici di collocamento della gente di mare, che sono articolazioni territoriali che dipendono funzionalmente dal ministero del Lavoro ma sono dislocati presso le capitanerie di porto – uffici della Guardia costiera. Tali uffici si occupano dell’arruolamento, ossia dell’assunzione, dei lavoratori marittimi appartenenti alla gente di mare disponibili a prestare servizio a bordo di navi italiane per conto di un armatore o società di armamento.
Gli uffici di collocamento della gente di mare si occupano, in particolare, della gestione degli elenchi anagrafici dei lavoratori marittimi disponibili all’arruolamento; della gestione della scheda professionale dei lavoratori inseriti nell’elenco anagrafico; dell’accertamento e verifica dello stato di disoccupazione e della disponibilità al lavoro marittimo; della preselezione e incontro tra domanda e offerta di lavoro; della registrazione dei lavoratori marittimi nell’ambito delle comunicazioni obbligatorie da parte degli armatori, in materia di arruolamento; del monitoraggio statistico delle consistenze e dei flussi di lavoro marittimo.
Ragion per cui, adolescenti, giovani, disoccupati, inoccupati, cittadini stranieri, in possesso di una qualifica o che intendano conseguirla, iscrivendosi al collocamento della gente di mare si candidano per un avviamento al lavoro per chiamata diretta dalle graduatorie redatte dagli uffici preposti.
Il libretto di navigazione è il documento di lavoro del personale marittimo iscritto alle categorie delle matricole della gente di mareche lo abilita alla navigazione e contiene, oltre ai dati anagrafici e alla foto dell’intestatario, eventuali titoli di studio, onorificenze, gruppo sanguigno, corsi propedeutici effettuati, navigazione svolta su unità mercantili di ogni tipo battenti bandiera nazionale del marittimo o di un altro stato, la navigazione di volta in volta effettuata con le date e le località di imbarco e sbarco. Il personale addetto ai servizi portuali e il personale tecnico delle costruzioni navali sono invece muniti rispettivamente di un libretto di ricognizione e di un certificato d’iscrizione. Il libretto di navigazione vale anche, a tutti gli effetti di legge, come libretto di lavoro per il servizio prestato dagli iscritti nelle matricole della gente di mare a bordo delle navi e dei galleggianti ed è considerato documento di identità personale per le esigenze connesse con l’esercizio della professione marittima.
Le annotazioni dei movimenti di imbarco e sbarco devono essere effettuate sul libretto al momento in cui il marittimo imbarca o sbarca e devono indicare il luogo e la data dell’imbarco; la qualifica con la quale il marittimo è arruolato; il tipo, il nome, il tonnellaggio, l’ufficio e il numero di iscrizione della nave; il numero e la serie del ruolo di equipaggio; il luogo e la data di sbarco con l’indicazione del motivo dello sbarco stesso, nonché della specie della navigazione compiuta.
Il libretto di navigazione è riconosciuto come documento valido per l’ingresso nello spazio Schengen solo in relazione alle esigenze professionali del marittimo stesso.
Dopo lo sbarco e in attesa di un nuovo reimbarco anche ai marittimi in possesso dei relativi requisiti competono le eventuali indennità di disoccupazione erogate dall’Inps.
Insomma, ritornando indietro nei tempi, potremmo dire: italiani (e abruzzesi) popolo di santi, poeti e… navigatori.
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