Dare a Cesare quel che è di Cesare Dare a ciascuno il suo, quel che gli spetta o s’è guadagnato. Ma anche non dare più di questo, non quello che spetta ad altri. La frase è tolta dal vangelo, Luca 20, 20: “Essi (gli scribi e i capi dei sacerdoti) non lo perdettero di vista e mandarono insidiatori, i quali si fingessero giusti per sorprenderlo in fallo durante i discorsi, e poterlo dare in mano delle autorità e in balia del governatore”. Costoro lo interrogarono: “Maestro, sappiamo che tu parli e insegni rettamente, e non guardi in faccia nessuno, ma insegni la via di Dio con verità. È lecito a noi pagare il tributo a Cesare, o no?”. Egli, conoscendo la loro astuzia, rispose loro: “Perché mi tentate? Mostratemi un denaro. Di chi è l’immagine e l’iscrizione?”. Gli risposero: “Di Cesare”. “Rendete dunque – soggiunse loro – a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”.
Dare a Cesare quel che è di Cesare
