Alcuni ricercatori di Baltimora hanno individuato dei biomarker affidabili che possono aiutare a prevedere, gestire e valutare il trattamento del danno renale acuto, evitando biopsie invasive. Utilizzando le cellule provenienti da biopsie renali, hanno esaminato oltre 120mila partecipanti, concentrando la loro attenzione sulla cosiddetta “riparazione disadattiva del tubulo prossimale”, un processo infiammatorio in risposta al danno renale.
Questo processo ha offerto la possibilità di identificare markers proteici aumentati nel sangue o nelle urine. Si tratta di scoperta che potrebbe favorire lo sviluppo di nuove opzioni terapeutiche, in grado di aiutare i medici nella gestione del danno renale acuto.