CINQUE GRANDI TELE RIENTRANO DOPO DUE SECOLI

Rientrano nelle Marche, dopo due secoli da quando furono trafugate da Napoleone, cinque grandi tele nell’ambito del progetto attuato dal ministero per i Beni Culturali “100 opere tornano a casa. Dai depositi ai musei”. Sono lavori databili tra la seconda metà del 500 e la prima metà del 600. La loro destinazione è la galleria nazionale delle Marche di Urbino. Due sono opera dell’artista urbinate Federico Barocci. La prima è la Madonna col Bambino in gloria e i santi Giovanni Battista e Francesco proveniente dalla chiesa dei frati cappuccini di Fossombrone; la seconda è l’Ecce Homo dipinta per l’oratorio di Santa Croce di Urbino. Lo stile elegante del Barocci lo fa ritenere un importante esponente del Manierismo italiano e dell’arte della Controriforma. L’artista è considerato uno dei precursori del Barocco.Terza opera è la Madonna col Bambino, Sant’Agostino, la Maddalena e angeli, ritratti da Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio, dalla città dove nacque, Pomarance. Nelle Marche trascorse i suoi ultimi anni dove a Loreto realizzò gli affreschi della sagrestia della Sala del Tesoro. La tela era stata dipinta per la chiesa degli Agostiniani di Fermo, da cui fu sottratta nell’agosto del 1811. Infine due grandi tele di Simone Cantarini da Pesaro, pittore baroccesco appartenente alla scuola bolognese: la Madonna col Bambino in gloria e i santi Barbara e Terenzio, opera giovanile del 1630 realizzata per la chiesa di San Cassiano della città rossiniana. E ancora: la Apparizione di Gesù Bambino a Sant’Antonio da Padova per la chiesa di San Francesco di Cagli (1640).

L'ECO di San Gabriele
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