CASA DOLCE CASA…

Un quinto dei bambini (23%) in Italia non svolge regolarmente attività motorie nel tempo libero e circa un minore su dieci non le pratica neppure in ambito scolastico (11%), per mancanza di spazi attrezzati o perché non previste nel programma scolastico. Tre ragazzi su cinque trascorrono il proprio tempo libero al chiuso e un ragazzo su cinque passa da una a due ore al giorno giocando con i videogame…

Sedentari, trascorrono il loro tempo libero davanti alla tv o ai videogiochi ed escono poco o quasi niente da casa. È questo il ritratto tracciato dalla ricerca Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi realizzata da Ipsos per Save the Children e il Gruppo Mondelēz in Italia. La ricerca rientra nel progetto Pronti, Partenza, Via!, promosso nelle aree periferiche di 14 città italiane (Milano, Torino, Genova, Ancona, Bari, Sassari, Catania, Palermo, Aprilia, Napoli, Roma, Brindisi, Gioiosa Ionica e Scalea) a favore della pratica motoria e sportiva e dell’educazione alimentare dei bambini. Il progetto, condotto per cinque anni, ha coinvolto oltre 105mila minori con i propri genitori e 1500 tra insegnanti, operatori e professionisti.

I dati raccolti raccontano che un quinto dei bambini (23%) in Italia non svolge regolarmente attività motorie nel tempo libero e circa un minore su dieci non le pratica neppure in ambito scolastico (11%), per mancanza di spazi attrezzati o perché non previste nel programma scolastico. Tre ragazzi su cinque trascorrono il proprio tempo libero al chiuso, in casa, propria o di amici. Un ragazzo su cinque passa da una a due ore al giorno giocando con i videogame. Tra i genitori dei ragazzi che stanno a casa, uno su tre lo attribuisce alla mancanza di spazi all’aperto vicino a casa dove incontrare gli amici. Il 63% di loro cammina al massimo mezz’ora al giorno. L’83% dei genitori dichiara di conoscere le regole per una corretta alimentazione, ma il 38% dei ragazzi mangia quotidianamente davanti alla tv. Circa un minore su 10 non fa colazione a casa tutti i giorni.

“Una caratteristica innovativa del progetto, giunto ormai al quinto anno d’attuazione, è l’azione coordinata su più livelli di intervento. Da un lato, si è posto l’accento sul recupero e la messa in opera di spazi come campi da gioco, percorsi sportivi, spazi verdi, campi polivalenti, skate e roller park, piste podistiche e ciclabili, con l’obiettivo di farne dei luoghi aperti a tutto il quartiere, contribuendo così a contrastare fenomeni di emarginazione ed esclusione sociale. Dall’altro, sono state organizzate sessioni informative su alimentazione e stili di vita salutari, all’interno delle scuole primarie e sono stati aperti 10 punti informativi dove le famiglie possono incontrare professionisti, come nutrizionisti e pediatri -spiega Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save the Children – In questi cinque anni abbiamo avuto al nostro fianco due partner fondamentali, Csi e Uisp, insieme ai quali abbiamo potuto diffondere l’importanza di adottare stili di vita più salutari per i nostri bambini e ragazzi e il sostegno di Mondelēz International Foundation è stato essenziale”.

Il dato significativo della ricerca è anche che in quasi tutte le città coinvolte, i ragazzi escono poco di casa perché non ci sono spazi adeguati. Tra chi resta a casa, infatti, un terzo lo fa perché non dispone di spazi pubblici dove incontrare gli amici, mentre un altro terzo perché questi spazi, seppur esistenti, non sono ritenuti sufficientemente puliti o sicuri. Se si considera il campione totale, e dunque anche chi passa il suo tempo libero fuori casa, la percentuale di chi sta a casa perché non esistono spazi di aggregazione è pari al 20%, mentre quella di chi sta a casa perché gli spazi esistono ma non sono ritenuti abbastanza puliti e sicuri è il 19%.

Il dato sembra trovare conferma nel fatto che solo poco più della metà dei ragazzi ha nel proprio quartiere un giardino o un parco giochi (58% secondo i genitori, 55% secondo i ragazzi, con città come Palermo dove il dato scende al 29%), il 28% ha una palestra (16% a Catania) o una piazzetta senza macchine (valori su cui concordano sia genitori che ragazzi), o ancora una pista dove andare in bicicletta, sui pattini o fare skateboard (14%, con il picco in ribasso del 3% a Palermo). Ma anche i luoghi esistenti sono spesso in condizioni cattive o appena accettabili (lo dichiara ad esempio il 39% dei ragazzi e il 34% dei genitori in relazione ai parchi giochi o giardini presenti nel proprio quartiere). Per più di un ragazzo su 6 in Italia, non esiste alcuno spazio pubblico dove poter giocare, fare attività o incontrare amici (16%).

E quando gli viene chiesto cosa sognano per il loro quartiere, i ragazzi non hanno dubbi: vorrebbero piste ciclabili o spazi dove poter andare sui pattini o con lo skateboard (34%, che balza al 59% a Palermo) e poi parchi giochi immersi nel verde (31%, che diventa il 51% a Catania), con alberi, panchine e prati. Vorrebbero inoltre dei luoghi di divertimento e aggregazione, come i cinema multisala (27%, con picchi rispettivamente del 37, 36 e 35% a Roma, Ancona e Torino), e aree dove praticare at-tività sportive.

Altro dato significativo è l’influenza dei genitori sia sul tempo libero che sull’alimentazione. Fortemente limitato il tempo libero che i figli trascorrono con i propri genitori al di là dei pasti e senza guardare la tv: per il 36% dei ragazzi è meno di un’ora al giorno durante i giorni feriali (il dato in Puglia balza al 48%). Se il 12% dei bambini e ragazzi in Italia pranza abitualmente a casa solo (il 27% dei ragazzi pugliesi, seguiti dal 19% di quelli di Ancona), la cena rimane un forte momento di aggregazione: l’84% dei ragazzi intervistati dichiara di consumare il pasto serale in famiglia.

Ma nel 38% dei casi la tv è ospite d’onore a tavola (il dato si abbassa al 26% a Milano e 34% ad Ancona) e, secondo quanto dichiarato dai ragazzi, nel 52% dei casi ai genitori va bene così, nel 41% dei casi borbottano ma si rassegnano, mentre un residuo 7% guarda la tv a pranzo o a cena quando i genitori non sono presenti.

Sulla corretta alimentazione, se da una parte i genitori sono consapevoli e informati su cosa sia meglio che i loro figli mangino (conoscenze apprese principalmente nell’ambito della loro cultura famigliare (38%), leggendo e approfondendo in autonomia (36%) o facendo riferimento al pediatra di fiducia (25%), dall’altra però questo non si traduce in una pratica sana. Solo il 64% dei genitori dichiara di mettere in pratica sempre o il più spesso possibile le regole di una corretta alimentazione (la percentuale scende al 51% a Palermo e 52% a Catania).

Un ragazzo su 3 non mangia frutta e verdura almeno una volta al giorno (più della metà a Palermo) e uno su cinque salta spesso la prima colazione o non la fa mai (pari al 19%, dato che sale al 29% a Milano e si abbassa all’8% a Napoli).

“Migliorare e rendere più fruibili gli spazi pubblici, soprattutto nei quartieri più disagiati delle nostre città, e dedicare il giusto spazio alle attività motorie nei programmi scolastici sono la chiave per combattere la piaga dilagante della sedentarietà e diminuire il tempo in cui bambini e ragazzi rimangono incollati a uno schermo,” ha concluso Raffaela Milano.

L'ECO di San Gabriele
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