Aggiornata la mappa delle specialità agroalimentari tradizionali con almeno 25 anni di produzione frutto del lavoro di generazioni di agricoltori. Alle 4.886 già presenti sulla penisola con il nuovo censimento Coldiretti se ne sono aggiunte altre 73. Un prezioso patrimonio di biodiversità e di cultura, bene comune della collettività. La graduatoria regionale vede al primo posto la Toscana (461), seguono: Campania (457); Lazio (393); Emilia-Romagna (378); Veneto (375). Il primato tra le specialità spetta ai diversi tipi di pane e biscotti (1.490), seguono: verdure fresche e lavorate (1.366); salami, prosciutti, carni fresche e insaccati vari (782); formaggi (488); piatti della gastronomia (221); prodotti di origine animale (miele e lattiero-caseari, 155); preparazioni di pesci, molluschi e crostacei (153); bevande, liquori e distillati (143). Tra le new entry: soperzata, insaccato di Rivello (Basilicata) prodotto da oltre tre secoli; cuccija (Campania), zuppa di grano, ceci, lenticchie, mais; imbalsadura: minestra di piselli, pomodoro e pancetta; cannolo di Piana degli albanesi e Santa Cristina Gela (Sicilia) con farina di grani antichi, ricotta di pecora, cioccolato fondente e miele di zagara; formaggio di Posina (Veneto): latte crudo di mucche di alpeggio; carciofo di Mola (Puglia); fagiolo zolfino (Toscana), legume senza buccia; fagiolina del Trasimeno (Umbria), già apprezzata dagli Etruschi; lenticchia di Onano (Lazio); d’la doja (Piemonte), salame maturaro in un contenitore di terracotta da cui prende nome e sapore; ventricina di Montenero di Bisaccia (Molise); tetoun (Val d’Aosta), ottenuto dalla salmistrazione delle mammelle bovine; schuttelbrot (Alto Adige), pane croccante con spezie; biscottin de Prost della Valchiavenna (Lombardia); presnitz (Friuli-Venezia Giulia), frutta secca in pasta sfoglia; stroscia (Liguria), torta friabile e leggera; marmellata di bergamotto (Calabria); vino di visciole (Marche); filu ferro(Sardegna), distillato.