ANATOCISMO SI FA SUL SERIO: BANCHE CONDANNATE

Cominciamo nel dire che l’anatocismo è il calcolo degli interessi sugli interessi. In ambito finanziario questo tipo di interesse viene solitamente definito “composto”. Per semplificare facciamo un esempio: se avete contratto un debito di 100mila euro a un ipotetico tasso debitore del 10 per cento, alla fine dell’anno dovrete restituire 110mila euro. Ma se viene praticato l’anatocismo, per esempio ogni sei mesi, dovrete pagare il 5 per cento di 100mila dopo i primi 6 mesi (5mila) e di nuovo il 5 per cento alla fine dell’anno su 105mila, anziché 100mila, perché verranno considerati anche gli interessi maturati nei primi 6 mesi. Per un totale di 110mila e 250 euro. L’anatocismo è insomma il calcolo degli interessi sugli interessi.

*Da gennaio 2014 vige il divieto di anatocismo bancario, eppure, da una indagine condotta dall’associazione Movimento consumatori proprio a gennaio scorso, è emerso che quasi la totalità delle banche, nonostante l’entrata in vigore della nuova formulazione dell’art. 120 T.u.b. (Testo unico bancario sul divieto di anatocismo), continua ad applicare interessi illegittimi e anatocistici nei conti correnti. Negli ultimi mesi sono state emesse in Italia diverse condanne e ordinanze nei confronti di banche che hanno praticato l’anatocismo. In aprile sono state condannate Ing direct Bank, Banca Popolare di Milano e Deutsche Bank; a giugno Banca Antonveneta e Banca Regionale Europea; a luglio Intesa SanPaolo, Banca Sella e Fineco e Webank e Unicredit. Solo la condanna di Intesa SanPaolo riguarda diversi milioni di clienti. Considerando l’intera clientela, e anche le piccole e medie imprese nei cui confronti non si applica il provvedimento, si può stimare che dal 2014 la banca abbia incassato illegittimamente circa 300 milioni di euro di interessi all’anno sugli interessi.

“Finalmente il Comitato interministeriale del credito e del risparmio (Cicr) – afferma l’avvocato Paolo Fiorio, coordinatore dell’osservatorio Credito e Risparmio e legale dell’associazione dei consumatori – ha pubblicato la bozza della delibera di attuazione dell’articolo 120 T.u.b. che conferma il divieto di anatocismo e l’interpretazione della norma seguita dai tribunali di Milano, Biella e Cuneo nelle azioni promosse dal Movimento consumatori. Anche se la delibera definitiva non potrà essere approvata se non dopo quasi due anni dal divieto, ora tutte le banche non hanno più scuse e devono immediatamente cessare l’applicazione di interessi anatocistici e restituire tutto quanto illegittimamente incassato a partire dal 1° gennaio 2014, da noi stimato in 2 miliardi di euro all’anno”.

Bankitalia conferma la fine definitiva dell’anatocismo bancario in Italia: sulla scia della campagna Stop Anatocismo del Movimento consumatori che, grazie alle sue azioni inibitorie, ha ottenuto la condanna di sette banche.

Proprio sul sito www.bancaditalia.it  viene pubblicato il provvedimento che modifica le disposizioni in materia di “Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari; correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti”. Il nuovo provvedimento dell’autorità di vigilanza elimina ogni riferimento alla capitalizzazione degli interessi anche nei modelli dei fogli informativi dei contratti di conto corrente. Ogni riferimento alla vecchia delibera del Cicr 8.2.2000 che regolava l’anatocismo è stato cancellato.

“Le modifiche apportate dalla Banca d’Italia – dice Paolo Fiorio, coordinatore dell’osservatorio Credito & Risparmio Movimento consumatori – confermano l’interpretazione della norma che il Movimento consumatori sta portando avanti in molti tribunali d’Italia: dal 1° gennaio 2014 è vietata ogni forma di anatocismo e di capitalizzazione degli interessi”. Segue a ruota Alessandro Mostaccio – segretario generale MC – il quale afferma: “Prendiamo atto dell’importante decisione della Banca d’Italia e la invitiamo a dare seguito all’esposto inviato un mese fa, con cui chiedevamo di inibire definitivamente l’anatocismo e ordinare a tutti gli intermediari vigilati di provvedere all’immediata restituzione di tutti gli interessi anatocistici corrisposti dalla clientela dal 1° gennaio 2014”.

(* fonte Cittadinanzattiva)

brunoscarano@alice.it

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