Aiuti PRIMARI…

Ventitré responsabili di reparti medici, oggi in pensione, visitano gratuitamente anziani, rifugiati, persone in difficoltà economica che altrimenti non saprebbero come curarsi 

Ventitré primari ormai in pensione, dal 2010 visitano quotidianamente – e gratis – decine di persone nell’ambulatorio dell’Auser – l’associazione di volontari che si occupa di servizi per la terza età – di Borgomanero, in provincia di Novara. Molti anziani, ma anche persone in difficoltà, stranieri ogni giorni vanno all’ambulatorio e senza spendere un centesimo possono accedere a visite cardiologiche, dermatologiche, neurologiche oppure effettuale un ecografia o un ecodoppler. Lo scorso anno più di 1.500 persone sono state visitate da questo gruppo di medici in pensione, tutti pazienti che altrimenti non saprebbero come curarsi. In Italia, infatti, secondo l’Osservatorio donazione farmaci – l’organo scientifico della Fondazione Banco farmaceutico onlus – anche i “non poveri” hanno difficoltà a curarsi o a comprare farmaci: una persona su tre è costretta a rinunciare a una visita o all’acquisto di una medicina. Non solo. La povertà sanitaria ha registrato un nuovo aumento: nel 2017 la richiesta di medicinali da parte di 1.722 enti assistenziali è cresciuta del 9,7%.

Per questo motivo le diciassette specialità presenti nell’ambulatorio di Borgomanero sono un aiuto consistente e un lavoro importante fatto in sinergia anche con i servizi sociali. Nel 2017, infatti, è partito il progetto “ambulatorio odontoiatrico diffuso” finalizzato a fornire prestazioni ambulatoriali odontoiatriche a favore di cittadini in difficoltà su segnalazione dei servizi sociali del territorio. Al Poliambulatorio specialistico l’attesa per una visita è solo di pochi giorni e non si paga il ticket. I fondi per le apparecchiature arrivano tutti da benefattori privati.

L’idea di un poliambulatorio gratuito è venuta a Maria Bonomi, presidente dell’Auser e con un passato nei sindacati. Con lei, hanno iniziato tre medici ormai in pensione, tra cui il dottor Piero Sacchi a cui  è intitolato il poliambulatorio. Oggi il loro esempio è stato seguito da altri ventitré medici specializzati e sempre in pensione.

Sempre dal 2010 e sempre grazie all’Auser, a Cosenza è attivo l’Ambulatorio senza confini per offrire assistenza medica gratuita a chi non è tutelato, a chi vive ai margini, ai migranti, ai Rom. Insieme con l’Associazione “La Kasbah”, che si occupa dei richiedenti asilo,  ha sottoscritto con la Regione Calabria e l’Azienda Sanitaria della Provincia di Cosenza, un importante protocollo d’intesa: l’ambulatorio infatti, accerta le condizioni sanitarie dei richiedenti asilo.

L’ultimo nato, invece, è quello di Vercelli. Un ambulatorio medico, sociale e polispecialistico gestito da medici e infermieri volontari in pensione, che si mettono a disposizione per le persone in difficoltà economiche. Il progetto, come quello dell’Auser di Borgomanero e di Auser Cosenza, è stato ideato da una cordata di enti e associazioni formata da Comune, Asl, Auser Vercelli, Afm, Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, Ordine dei medici della provincia e istituto Ipsia Lombardi.

L’ambulatorio avrà come sede due locali del rione Isola e sarà inizialmente rivolto a persone segnalate dai servizi sociali del Comune. La disponibilità iniziale è offerta da otto medici (di cui un primario) e sei infermieri tutti  in pensione, e un odontoiatra, che al mattino e al tardo pomeriggio forniranno una serie di prestazioni gratuite, come visite in ambito cardiologico, dermatologico, pneumologico, psicologico e dentistico. L’inaugurazione del centro mercoledì 21 febbraio alle ore 17.  “Abbiamo deciso di investire in questo ambito – ha detto la presidente di Auser Vercelli, Maria Grazia Camellini – per recuperare l’incapacità di curarsi di alcune persone, specialmente tra gli anziani e le fasce in difficoltà. in futuro sono previsti anche momenti informativi, di dibattito e di incontro, proprio per stimolare le persone a prendersi cura di sé anche riguardo l’alimentazione e l’attività fisica”.

 

L'ECO di San Gabriele
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