Afflitti da solitudine

Comuni e associazioni alleati per mitigare il fenomeno

Dopo il Covid, ecco un’altra “epidemia silenziosa” prospettarsi all’orizzonte: è la solitudine che sta affliggendo non solo anziani ma anche giovani nonostante le molte relazioni telefoniche che alcuni di questi coltivano. Ad annunciarlo è l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ma anche l’Ue non è da meno: in Europa, fa sapere, un cittadino su dieci soffre di mancanza di vere relazioni da renderlo esposto a ictus, ansia, demenza, depressione. Ad Ancona l’Inrca, l’istituto nazionale a carattere scientifico che si occupa della terza età, ha studiato modelli di Ageing in place – invecchiamento in atto la traduzione – degli over settantacinquenni in relazione ai contesti abitativi e ai rischi potenziali di isolamento sociale e di abbandono con il fine di individuare interventi utili per sostenere la qualità della vita. L’indagine, oltre che le Marche, ha visto coinvolte pure la Lombardia e la Calabria. Il metodo usato è stato quello dell’intervista a quanti vivono soli o con badante per diffondere la conoscenza circa i rischi dell’Ageing in place attraverso una campagna di sensibilizzazione contro la solitudine.

Nelle Marche il sondaggio ha trovato terreno fertile occupando la regione i primi posti in graduatoria per la durata della vita nobilitata da 500 centenari. In cifre su 1,4 milioni di residenti, 306 mila persone hanno più di 65 anni, pari al 21,8% della popolazione totale, a fronte di un tasso nazionale del 18,6%. Del gruppo una quota risulta relativamente “giovane” e “attiva” dando corpo all’affermazione dell’anziano come “risorsa sociale”. In questo contesto – evidenzia l’Inrca – gli obiettivi di fondo sono: come valorizzare la “risorsa anziani”; come sviluppare le funzioni di sostegno alle famiglie e alla vita indipendente degli anziani; come prevenire, contrastare, ridurre ed accompagnare la non autosufficienza. Nodi da sciogliere in fretta visto che – come rileva l’Istituto superiore di sanità – tra venti anni i meno giovani supereranno nelle Marche il 30%. Già oggi un over su sette è a rischio di isolamento sociale non avendo contatti con altri, neanche al telefono. Di questi il 75% non ha nemmeno frequentato attività sociali in parrocchie, centri per anziani o circoli.

In molti comuni si sta già affrontando il problema attraverso alleanze con associazioni territoriali che si occupano dei seniores al fine di mitigare il fenomeno. Un’esperienza interessante viene da Macerata dove in un complesso di 18 abitazioni riservate agli over 65, in via Pavese, è operante un condominio solidale alternativo alle case di riposo dove tutti si aiutano per vincere la solitudine ed assistervi vicendevolmente. C’è, poi, come l’associazione “50&più” di Civitanova Marche che si serve dell’arte in tutte le sue forme (pittura, scultura, poesia, fotografia) per far fronte a tante solitudini come “strumenti che riescono a fare sintesi di uno stato d’animo complesso”. Ad Ascoli Piceno l’associazione Filo d’argento ha messo a disposizione un numero verde (800995988) attraverso il quale, dal lunedì al venerdì, si intessono rapporti umani, si offrono informazioni ed assistenza per disbrigo pratiche e ci si adopera per la consegna della spesa a domicilio. Spazi dedicati ad attività ricreative sono anche i “Punti incontro” di Fermo presso la fondazione Sassatelli dove è presente anche la psicologa Lucia Zamponi. Lezioni e partite di burraco sono attuate a San Benedetto del Tronto attraverso il progetto “BTA – Benessere nella terza età”. Tante soluzioni ma un’unica finalità da perseguire. Ha detto Madre Teresa di Calcutta: “La medicina può garantire le malattie del corpo, ma l’unica cura per la solitudine, la disperazione e la mancanza di prospettive è l’amore”.

L'ECO di San Gabriele
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