COSTE INCROSTATE

Il cemento selvaggio ha deturpato le coste italiane. Ferite irrimarginabili inferte da strutture ricettive, commerciali e industriali, strade e autostrade, dighe e darsene. La “Grande Bellezza” che nella penisola confina col mare in 25 anni è stata in più parti erosa e cancellata da colate di grigio cemento. È questa la denuncia del Wwf “Cemento coast to coast”, censite in particolare 312 macro attività umane che hanno sottratto suolo alle coste alterandone il profilo e il paesaggio con una notevole perdita di biodiversità e patrimonio naturale. Le regioni maggiormente colpite sono la Sicilia e la Sardegna, subiti gravi danni anche dall’intera costa adriatica, dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia (1500 km pari al 17% delle coste italiane). Dei circa 8000 km totali quasi il 10% sono artificiali perché alterati da infrastrutture pesanti e da una concentrazione del 30% della popolazione nazionale. Al momento le aree protette costiere si sono dimostrate ottimi strumenti per contenere tale pressione e per la valorizzazione dei territori, purtroppo sono ambiti limitati in un sistema generale disordinato e spesso mal gestito. Il dossier, composto da schede, analizza l’evoluzione della situazione nelle regioni costiere mettendo a confronto i dati attuali con quelli del 1988, con il supporto di immagini tratte da Google Earth.

L'ECO di San Gabriele
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