La vita dopo il lavoro
Le novità di quest’anno hanno un po’ il sapore del “bastone e carota”, ossia flessibilità in uscita ma con diverse condizioni e penalità da valutare per i prossimi futuri pensionati.
Per molti è un obiettivo, per altri una chimera, per gli equilibri di bilancio dello Stato sicuramente un rompicapo. La pensione è certamente uno dei temi più dibattuti dell’ultimo decennio, basti pensare alla tanto vituperata Legge Fornero, la quale risale, ormai, al 2011, e che in tanti hanno pensato di superare, ma che sta sempre lì, con declinazioni forse oggi addirittura peggiorative rispetto alla versione originale.
Le novità di quest’anno hanno un po’ il sapore del “bastone e carota”, ossia flessibilità in uscita ma con diverse condizioni e penalità da valutare per i prossimi futuri pensionati, siano essi abruzzesi o no. Per il 2025, ad esempio, si introducono modifiche al cosiddetto Bonus Maroni, relativamente al trattenimento in servizio nonché alla pensione anticipata flessibile (quota 103). I lavoratori che, entro il 31 dicembre 2025, maturano i requisiti per la pensione anticipata (anzianità di servizio o quota 103), possono rinunciare all’accredito dei contributi a loro carico. A fronte di questa scelta, la somma che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare sarà interamente corrisposta al lavoratore e non concorrerà a formare reddito ai fini fiscali. Per i lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni è previsto che il limite massimo di età per la prosecuzione del servizio corrisponda al requisito generale anagrafico per la pensione di vecchiaia, pari attualmente a 67 anni (fermi restando sia i limiti ordinamentali più elevati già previsti per alcune categorie, sia la possibilità facoltativa di ulteriore trattenimento in servizio fino a 70 anni).
Vengono confermate, poi, le flessibilità in uscita per Quota 103, Opzione Donna e Ape sociale, assieme alla non cumulabilità con altri redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui. Risulta, poi, riconosciuto un piccolo incremento delle maggiorazioni sociali, per pensionati in condizioni di disagio, pari a 8 euro mensili, si tratta di pensionati che siano, al contempo, invalidi civili totali, sordomuti o ciechi civili. Per le lavoratrici con quattro o più figli viene, invece, innalzato da 12 a 16 mesi il limite massimo di anticipo di età rispetto al normale requisito di accesso alla pensione di vecchiaia. Per i soggetti con primo accredito contributivo successivo al primo gennaio 1996, altresì, può essere ora computato, ai soli fini del raggiungimento degli importi soglia mensili necessari per la liquidazione della pensione di vecchiaia o anticipata, anche il valore di una o più prestazioni di rendita relative a forme pensionistiche di previdenza complementare richieste dall’assicurato stesso. Inoltre, anche al fine di agevolare la nascita di nuove imprese artigiane e commerciali è stato previsto che i lavoratori autonomi, i quali si iscrivono nell’anno 2025 per la prima volta ad una delle gestioni speciali degli artigiani e degli esercenti attività commerciali, e che percepiscono redditi d’impresa, anche in regime forfettario, possano chiedere una riduzione contributiva al 50%. La riduzione potrà essere chiesta anche dai collaboratori familiari che si iscrivono per la prima volta alle gestioni speciali autonome. La suddetta riduzione contributiva è valida per 36 mesi senza soluzione di continuità di contribuzione ad una delle due gestioni dalla data di avvio dell’attività di impresa, o di primo ingresso nella società artigiana o commerciale, avvenuta nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025.