I dieci comandamenti e le beatitudini

Nel Giubileo si parla spesso dell’importanza della riconciliazione e della conversione. I dieci comandamenti, citati in parte anche da Gesù nel suo discorso con il giovane ricco, sono più importanti delle beatitudini per la vita cristiana?

Il primo dei cinque discorsi di Gesù sul regno di Dio nel vangelo di Matteo è il noto discorso della montagna che viene rivolto ai discepoli. Il testo si apre con le beatitudini che dipingono il volto di Cristo con attitudini che spesso non sembrano attraenti per molti nostri contemporanei. Essere nel pianto, miti o perseguitati per la giustizia non convince se non comprendiamo il valore promettente del nostro essere credenti, la nostra figliolanza nel Figlio di Dio. Il giovane ricco, quando non accetta l’invito di Gesù per la sequela, se ne andò triste (cf. Mt 19,22).

Cosa mancava a lui? Si accontentava del minimo possibile  “tutte queste cose le ho osservate, che altro mi manca?” (Mt 5,20)  non risponde all’innato desiderio di avere una vita piena che Dio stesso ha messo in ciascuno di noi. Le beatitudini non coincidono esattamente con i comandamenti, ma parlano di atteggiamenti di fondo che da una parte presuppongo il decalogo (cf. Mt 5,2048), ma dall’altra parte indicano la loro perfezione. Le beatitudini, realizzando una spiritualità della cura, della consolazione, anticipano il mondo che deve venire.

L'ECO di San Gabriele
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