Il Giubileo prevede pellegrinaggi, a Roma il passaggio della porta santa e altre iniziative pastorali…Ma l’indulgenza plenaria è ancora attuale nei nostri tempi?
La parola giubileo è di origine ebraica che significa “ariete”. Il corno dell’ariete (yobel) era usato come strumento musicale che inaugurava l’anno giubilare. Tale anno affonda le sue radici nell’Antico Testamento (cf. Lv 25,813) e indica il tempo propizio per riconciliarsi con Dio e con gli altri. Il popolo d’Israele ogni 50 anni, come segno e prova di rinnovamento dell’alleanza, cancellava i debiti, liberava gli schiavi e le terre venivano restituiti ai legittimi proprietari. Nel vangelo di Luca (cf. Lc 4,1721) Gesù porta a compimento l’antico Giubileo applicando per se stesso le parole di Isaia “il Signore mi ha mandato a proclamare l’anno di grazia del Signore” (Is 61,12).
Il Giubileo viene chiamato anche l’Anno santo, perché per il rinnovamento della fede e per favorire la costruzione di comunità solidali, ossia il regno di Dio, utilizziamo anche mezzi soprannaturali che la Chiesa come mediatrice della grazia ci offre. Il compimento dell’antico giubileo significa che Gesù, mediante lo Spirito, rende capaci i cristiani di adempiere il comandamento dell’amore. Il primo Anno santo avvenne nel 1300, l’attuale del 2025 è il 27.mo giubileo ordinario nella storia della Chiesa.
Il sacramento della penitenza ci riconcilia con Dio e con la Chiesa, ma le colpe non diventano tali come se non fossero mai commesse e con il sacramento della riconciliazione non vengono cancellate tutte le conseguenze dei peccati. Le cosiddette pene temporali possono essere espiate sia in questa terra che nel purgatorio. Quest’ultime pene non vengono imposte da Dio, bensì sono conseguenze dei peccati, anche di quelli veniali, che causano profonde disordini nella relazione dell’uomo con Dio e con il prossimo. Il peccato, da questo punto di vista, può essere paragonato a un patogeno che è assai difficile da sradicare. L’indulgenza, che il fedele può acquisire in ogni diocesi durante l’Anno santo a determinate condizioni, “è la remissione della pena temporale per intervento della Chiesa, come ministra della redenzione, che dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi” (CCC 1471).