Disagio giovanile e criminalità

Durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a L’Aquila, il procuratore generale presso la Corte d’Appello, Alessandro Mancini, ha lanciato un allarme riguardo alla crescente criminalità   minorile in Abruzzo. Ha evidenziato una progressiva e profonda trasformazione della criminalità minorile, che si sta evolvendo in forme sempre più complesse e organizzate. Mancini ha sottolineato come il disagio profondo tra i giovani venga sfruttato dalle organizzazioni criminali per il reclutamento di nuova manodopera. Ha quindi esortato famiglie e istituzioni a tornare a occuparsi seriamente e senza deleghe in bianco dei propri figli e alunni. Inoltre, il presidente vicario della Corte d’Appello, Aldo Manfredi, ha affrontato il tema del disagio giovanile, sottolineando la necessità di affrontare il problema in modo più adeguato, anche alla luce di recenti fatti di cronaca che hanno scosso la comunità abruzzese.

Il fenomeno della delinquenza minorile in Abruzzo ha destato crescente preoccupazione negli ultimi anni. Un episodio significativo risale a circa due anni fa, quando a L’Aquila una operazione delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di 13 giovani e a indagare su altri 30 per reati quali estorsione, spaccio di stupefacenti e violenze.

A livello nazionale, uno studio del Servizio analisi criminale del Diparti-mento della pubblica sicurezza ha evidenziato un aumento delle segnalazioni di minori denunciati o arrestati, passando da 28.196 nel 2010 a un picco di 32.566 nel 2015, con una successiva diminuzione fino al 2020 e un nuovo incremento negli anni successivi. Il problema dei genitori che lavorano e non riescono a occuparsi dell’educazione dei figli, unito al fatto che la scuola potrebbe non essere più percepita come un luogo centrale per l’educazione civica, è sicuramente una delle cause alla base del disagio che oggi vivono i giovani e dell’aumento della devianza giovanile. Nelle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano a lungo, i figli spesso trascorrono molto tempo da soli o senza supervisione. Questo può portarli a cercare modelli di riferimento altrove, anche in ambienti negativi. Genitori stanchi e stressati possono avere difficoltà a instaurare un dialogo aperto e costruttivo con i figli, lasciando spazio a sentimenti di isolamento o ribellione nei giovani.

Negli ultimi anni, la scuola ha posto maggiore enfasi sui risultati accademici, spesso trascurando l’educazione civica e la formazione al rispetto delle regole e della convivenza sociale. Molte scuole non dispongono di risorse sufficienti per progetti educativi o per il sostegno psicologico degli studenti. Questo limita la capacità di prevenire comportamenti devianti. Quando famiglia e scuola non riescono a offrire un contesto stabile e sicuro, i giovani possono cercare accettazione e riconoscimento nelle baby gang, dove trovano un senso di appartenenza, ma in un contesto pericoloso. Le organizzazioni criminali approfittano della vulnerabilità dei ragazzi, offrendo loro denaro e status in cambio di attività illecite.

La mancanza di valori, di prospettive future e di un contesto educativo stabile può portare i giovani a esprimere il loro disagio attraverso atti di violenza o a portarli a cercare modelli di riferimento altrove, anche in ambienti negativi.

L'ECO di San Gabriele
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