Noi che abbiamo superato quella certa età e siamo entrati nel novero degli anziani – per dirla benevolmente – o dei vecchi – per dirla crudamente – facciamo sempre più fatica a seguire il vertiginoso progresso tecnologico.
Un uomo nato nel 1940 – lo scrivevo su questo taccuino qualche settimana fa – non sentiva la vita tanto diversa da quella di suo nonno. Il poeta Giovanni Pascoli, per fare il primo esempio che mi viene in mente, non pensava di essere un emarginato nei confronti di suo padre come Pascal non si pensava diverso dalla generazione che l’aveva preceduto. E tuttavia c’era progresso? La società avanzava? Sì, certamente la
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