di Maurizio Mauro, Tabula Fati – pp.160 – euro 12,00
Il santuario, con il campanile svettante, è l’unico testimone immortale del borgo. Immobile sulla sua collina, come una sentinella, ha osservato l’alternarsi delle epoche e delle stagioni del piccolo villaggio di pescatori divenuto centro turistico. Le vicende dei protagonisti, narrate in cinque racconti, ricalcano in qualche modo i mesi dell’estate e le età della vita: dall’ingenua giovinezza di Berto che, nello splendore di una mattina di maggio del XVII secolo, indovina come un veggente il futuro turistico del borgo, all’amore malinconico dell’anziano Tito che, nei giorni dell’estate di San Martino, non può fare altro che vivere il presente e ricordare il passato. In mezzo gli altri racconti, le stagioni centrali dell’esistenza umana e gli ostacoli che le rendono ardue: sono le forze contrarie simboleggiate dal Vento, dalle Onde e dalle Streghe.
Il palcoscenico è la Riviera ligure di Ponente, la costa stretta tra le colline e il mare. E i monti, a nord, che, come una quinta separano il mondo dei pescatori e dei marinai da quello della pianura.