NO AGLI IMBROGLIONI, Sì A CHI SOFFRE

L’iniziativa dell’associazione “Cittadinanza attiva” punta a riaffermare il diritto dei cittadini a ottenere le indennità economiche correlate al riconoscimento delle minorazioni civili e denunciare, nello stesso tempo, la stato di estremo disagio in cui gli stessi versano  Finti ciechi, finti storpi: un esercito di “scrocconi” che quotidianamente inganna lo stato per riscuotere pensioni o agevolazioni a causa della loro (non) disabilità. Accanto a questi, però, purtroppo ce ne sono tanti che  ogni giorno devono combattere contro la loro vera disabilità, con le malattie degenerative che non lasciano scampo e che, dal 2012, per colpa dei finti handicappati rischiano di vedersi sospendere ogni forma di assistenza. Per difendere loro, l’associazione dei consumatori Cittadinanza attiva ha dato vita alla campagna Vip – Very invalid people per fare luce su una fetta del nostro paese che ogni giorno lotta contro i mille cunicoli della burocrazia. Dal 1° gennaio 2012, spiegano all’associazione Cittadinanza attiva, c’è stato un aumento impressionante di richieste di controlli su chi riceve pensioni o gode di permessi per i parcheggi oppure agevolazioni: in Italia in base alla legge 80/2006, i cittadini a cui è stata riconosciuta l’indennità di accompagnamento o di comunicazione e siano affetti da patologie o menomazioni ingravescenti o stabilizzate, non devono essere più sottoposti a visita di accertamento e revisione. In pratica, se un cittadino è affetto da una malattia degenerativa, quindi senza possibilità di migliorare, non è più soggetto alle periodiche visite di controllo. Dal 2012, però, a causa dell’inasprimento da parte del ministero dell’Economia e dell’Inps, molti cittadini che effettivamente soffrono di queste patologie hanno di nuovo ricevuto l’accertamento tecnico preventivo obbligatorio: per tutto il periodo che intercorre, però, si è soggetti alla sospensione di ogni tipo di copertura economica per un periodo che va dai 6 mesi ai 2 anni e mezzo. Sono iniziate così le prime cause seguite da Cittadinanza attiva: persone veramente invalide sono ricorse al giudice e metà di loro ha vinto. Per di più, dai dati in possesso da Cittadinanza attiva, con questa campagna da pugno di ferro di ministero e Inps ha raggiunto solo il 10% dei risultati annunciati. L’associazione dei consumatori ha più volte chiesto di aprire un tavolo di confronto per riuscire a trovare un modo per fermare chi non ha diritto senza ostacolare chi effettivamente ha bisogno. Finora, fanno sapere da Cittadinanza attiva, non c’è stata alcuna risposta. Ma se è giusto difendere chi non usa la propria malattia per lucrare, allo stesso modo è giusto stanare chi invece approfitta degli aiuti. Quale potrebbe essere la strada giusta? L’Inps – dicono da Cittadinanza attiva – ha i modi per verificare e fare i controlli in modo capillare. Poi, si può procedere con l’operazione delle visite (ognuna costa dai 3mila ai 4mila euro) ma senza sospendere i contributi, oppure, applicare correttamente la legge 80. Infine, suggerisce l’associazione, evitare la doppia commissione Inps e Asl per esaminare i casi, poiché il sistema a gettoni incentiva le chiamate a visita. Sulla pagina dedicata a Vip – Very invalid people nel sito di Cittadinanza attiva c’è una raccolta delle storie che arrivano da tutta Italia. Dalla malata di sclerosi multipla con invalidità al 100% chiamata a visita e con la pratica bloccata da oltre un anno senza essere riuscita a venirne a capo, alla persona affetta dalla sindrome di Tourette, diagnosticata nel 2006 e con l’Aids conclamato. Nel  2008 gli è stato quantificato un 100% di invalidità, dopo la chiamata a visita gli è stato concesso il 67%. Oppure, ancora, una persona con la cecità riconosciuta che dopo sei mesi ancora non aveva ricevuto alcuna risposta. E in questo periodo è rimasto senza sussidio o senza alcuna copertura. Ed è per tutto questo e per tutte queste persone che Cittadinanza attiva ha avviato la campagna, per “dare vita ad una massiccia raccolta di firme, con eventi e manifestazioni sul territorio per opporci ai disagi derivanti dalle procedure per il riconoscimento delle minorazioni civili, contenute nella legge e nelle direttive dell’Inps, negative proprio per i diritti dei cittadini”, si legge nel manifesto della campagna. “Vogliamo inoltre denunciare – prosegue il manifesto – la restrizione dei requisiti sanitari per la concessione dell’indennità di accompagnamento, attuata dall’Inps nel totale disprezzo delle norme, attraverso la comunicazione interna del direttore generale Inps e le linee guida operative del 20 settembre 2010. Questi atti rappresentano un palese abuso di potere, non soltanto perché riduce le garanzie per i cittadini di accedere ai benefici previsti dalla legge, ma anche perché reintroduce criteri di assegnazione dell’accompagnamento più restrittivi che erano stati già bocciati dal parlamento nel corso dell’approvazione del decreto legge 31 maggio 2010, numero 78, poi convertito nella legge 30 luglio 2010 numero 122. In sostanza, viene aggirata una decisione del parlamento sovrano, scaturita dalle vibrate proteste delle organizzazioni di tutela dei diritti degli invalidi”. Si può aderire come singoli cittadini o come associazioni collegandosi al sito www.sonounvip.it e compilando un’email che poi verrà inviata ai ministeri della Pubblica Amministrazione e innovazione, del Lavoro e delle politiche sociali, della Salute, dell’Economia e delle finanze e all’Inps.

L'ECO di San Gabriele
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