Arrivati all’ultimo mese dell’anno è sempre bello fare il bilancio dell’anno trascorso, vedere quanto si è cresciuti (in altezza e in sapienza) e godersi un momento di relax davanti a un panettone e un calice di spumante, in compagnia di parenti e amici. I cieli in questo periodo potrebbero dunque essere “accesi” oltre che con le vecchie e classiche stelle, anche dai fuochi d’artificio, e perché no anche da un po’ di “trenini” di satelliti artificiali, puntini luminosi che mantenendosi in rigida “formazione aerea” lasciano la loro scia sulle “pellicole digitali” degli astrofili in erba.
Vedere un tale cielo luminoso, stellato, induce a pensare che questi cieli siano troppo belli per poter finire. Sembrano appunto cieli eterni, cieli che mostrano il loro vigore azzurro diffondendo la luce solare diurna, e il loro poetico scintillio stellare nella notte, al massimo superato dal bagliore di una luna piena. Questo spettacolo, dunque, finirà mai?
Qui ci dobbiamo rifare alla narrazione scientifica del futuro prossimo, e anche lontano, per cui le attuali leggi del cosmo, che conosciamo molto bene e verificato più volte, ci danno purtroppo “cattive notizie”. Anche i cieli, anche le stelle, anche le galassie, hanno una “data di scadenza”. Come il tempo annuale che sta per terminare, anche per le stelle e per l’universo, anche se misurato in milioni, o miliardi di anni, anche per questi il tempo passa.
Tutto invecchia, e tutto procede verso la fine. Sì, forse non è poetico, ma è emotivamente coinvolgente e dirompente, ed è questa l’attuale plausibile fine dell’universo secondo le teorie scientifiche di cui siamo a conoscenza: ogni luce che si è accesa nel giro di questi miliardi di anni di esistenza dal Big Bang è destinata a spegnersi, per diverse e alquanto disparate ragioni! Andando in ordine cronologico verso il futuro, ci sono diversi eventi “prevedibili” e sconvolgenti. Gli astronomi ci dicono che la galassia di Andromeda, oggi appena visibile a occhio nudo, tra 4 miliardi di anni si fonderà con la nostra galassia, la via Lattea, per formarne una nuova e più grande formata da quasi 500 miliardi di stelle! Niente paura, la fusione galattica non avviene con esplosioni o cataclismi, ci sarà una ridisposizione generale degli astri delle due galassie, in nuovi bracci a spirale, ma molto probabilmente i movimenti interni del nostro sistema solare non saranno affatto toccati. Più preoccupante, invece, tra 5 miliardi di anni, sarà l’espansione, in gigante rosso, del nostro Sole: esso si “gonfierà” a tal punto che invaderà con la sua circonferenza, aumentata di circa 150 volte, le orbite dei pianeti interni, fino alla Terra, se non Marte. Speriamo che il genere umano per quella data abbia trovato un’altra casa, perché l’attuale diventerà poco meno di un inferno di calore. E le altre stelle? Beh ciascuna farà la sua fine secondo “la sua massa”: più grande la massa più spettacolare la fine. Quelle “piccole” come il Sole, dopo essersi ingigantite lasceranno posto a un piccolo residuo chiamato nana bianca. Le più grandi, diventeranno delle stelle di neutroni, magari pulsanti, o nel caso estremo buchi neri. E le galassie? Man mano che le stelle finiranno anche le galassie si spegneranno, ma ancor prima (se e come ci saremo) dovremo fare i conti con l’espansione dell’universo: le galassie si stanno allontanando tra di loro a velocità folli, e nel corso di miliardi di anni, all’orizzonte saranno visibili solo le galassie locali, quelle entro un raggio di circa 100 milioni di chilometri: il resto buio assoluto, perché scomparse oltre l’universo osservabile, da cui la loro luce non potrà raggiungerci mai più. E ancora dopo? E dopo che tutto si sarà allontanato da tutto? Rimarranno soltanto i buchi neri, alla cui attrazione gravitazionale nulla sfugge? Forse no, proprio alla fine, cioè tra un numero di anni incalcolabilmente grande, centinaia di migliaia di volte l’attuale età dell’universo, anche i buchi neri “evaporeranno” e si trasformeranno in particelle sparse, così che alla fine del tutto ci sia una “generalizzata massima” entropia.
Che tristezza, pensare che tutto si ridurrà a un brodo di particelle, oltretutto non visibili… Ma come l’anno nuovo ci insegna (forse), non c’è mai una vera fine, e tutti i punti di riferimento che mettiamo sono soltanto tappe in un infinito tempo di cui ci sfugge la comprensione completa. Qui ci può aiutare la narrazione teologica, per cui Dio è creatore e Signore della storia. Nella fede superiamo ogni tempo, perché la luce e la vita più vere devono ancora venire, nell’incontro eterno con Dio. Dove tutte le stelle ricominceranno a brillare!
marco.staffolani.stf@gmail.com