NEGLI ULTIMI ANNI GLI ESPERTI HANNO STUDIATO IL COMPORTAMENTO DELLE PERSONE IN QUESTO PERIODO: MOLTE DICHIARANO DI SOFFRIRE MAGGIORMENTE DI ANSIA, ATTACCHI DI PANICO E DI UN SENSO DI STANCHEZZA E APATIA PROPRIO DURANTE FESTIVITÀ UNA CONDIZIONE CHE RIGUARDA SOPRATTUTTO GLI ANZIANI, MA NON SOLO…
Per la maggior parte di noi le festività natalizie sono un momento gioioso da trascorrere con i famigliari e gli amici. Per altri, però, rappresenta il periodo dell’anno in cui i sentimenti di isolamento possono raggiungere il culmine e Natale è un giorno come tanti altri, solo uno in più da far passare. Una condizione che riguarda soprattutto gli anziani. Ma non solo. Lo stato d’animo triste e malinconico che accomuna le persone sole nel periodo delle festività di fine anno ha un nome: Christmas Blues. Negli ultimi anni gli esperti hanno studiato il comportamento delle persone in questo periodo: molte dichiarano di soffrire maggiormente di ansia, attacchi di panico e di un senso di stanchezza e apatia proprio durante le feste di Natale. Le motivazioni sono diverse: dato che è il momento per antonomasia in cui la famiglia si riunisce, può pesare molto la morte di una persona cara o l’impossibilità di incontrarsi a causa della lontananza, oppure dissapori con amici e parenti con i quali ci si ritrova comunque a dover condividere la stessa tavola. Ci sono poi ragioni che vanno dalla nostalgia della felicità che si provava da bambini nel periodo natalizio accompagnata dalla consapevolezza che quella spensieratezza non si proverà mai più, alle difficoltà economiche perché non si hanno abbastanza soldi per far fronte come si vorrebbe alle spese delle feste. Può esserci anche un’altra motivazione: l’idea che essere per forza felici, buoni e perfetti in quel periodo mette l’ansia, facendo vivere questo periodo come una fase di particolare stress e di inadeguatezza, soprattutto per chi non ha una famiglia – non solo durante il Natale – come quella del Mulino bianco.
Le feste sono occasione di bilanci, riflessione, anche inconscia. In queste giornate talvolta le persone si accorgono che le relazioni non sono sufficienti. Ecco perché ci si può sentire malinconici o depressi. Questo è un momento paradossalmente di difficoltà maggiore per chi ha problemi, per chi è solo. Ma anche per chi all’apparenza non ha difficoltà. Insomma, il Natale non è l’eccezione, ma il momento in cui emerge in modo tremendo la solitudine, sia essa fisica o psicologica. Del primo caso abbiamo qualche numero: gli italiani che vivono da soli sono oltre 6 milioni e in media uno su cinque con più di 18 anni, non ha nessuno su cui contare in caso di bisogno (uno su quattro oltre i 75 anni); tra il 50 e l’80 per cento di chi è solo, a seconda della fascia d’età, si dichiara profondamente insoddisfatto della propria vita. La solitudine può essere molto dannosa anche per la salute mentale e fisica, poiché aumenta il rischio di ansia, depressione, declino cognitivo, ipertensione, alcolismo, tossicodipendenza. La solitudine non schiaccia solo l’anima, fa più danni. Alcune ricerche hanno evidenziato che può essere causa di ictus, malattie cardiache, demenza, infiammazioni e suicidio.
Allora, come affrontare la solitudine a Natale? Al riguardo, la rivista Mind ha pubblicato una serie di consigli: contatta le persone che conosci, chiamale, scrivi loro un sms o una email, che sia un amico o un membro della tua famiglia. Questo ti ricorderà che hai persone su cui contare nella tua vita. Fare una passeggiata: anche se non conosci le persone che incontri, è sufficiente per aiutarti a sentirti più connesso alla società. Sforzati di partecipare: non nasconderti, sfrutta al massimo le opportunità per creare connessioni sociali, sia che si tratti di iniziare una conversazione con un vicino o di chiacchierare in una conversazione in cui sei integrato. Iniziare attività nei club del libro, nei corsi, nelle palestre… può aiutare a superare il sentimento di solitudine.
La solitudine non interessa solo gli anziani, ma anche giovani; per loro affrontarla è ancor più difficile in quanto hanno una vita più intensa e di relazione: la scuola e lo sport, per esempio, offrono maggiori possibilità di incontrare qualcuno. Alcune ricerche mostrano che i giovani tra i 18 e i 25 anni hanno le stesse probabilità, se non di più, di sentirsi soli rispetto agli anziani. La “giovane età adulta” è spesso percepita come un periodo in cui le persone hanno una vita sociale attiva e la capacità di fare amicizia facilmente. Ciò può provocare su alcuni giovani, pressioni sociali e il loro senso di solitudine, soprattutto se pensano di avere meno amici dei loro coetanei. Di conseguenza, potrebbero trovare più difficile ammettere di sentirsi soli.
Il fenomeno, che in questo periodo si accentua sotto il profilo psicologico, è una cosa talmente seria che ci sono due Paesi al mondo i quali hanno istituito un ministero per far fronte a tutte le questioni legate a questa problematica: la Gran Bretagna è stato il primo (nel 2018). Nel 2021 l’ha imitata il Giappone che è la nazione più vecchia al mondo, con il 10 per cento della popolazione ultraottantenne e il 29,1 per cento con più di 65 anni. Subito dopo c’è l’Italia (24,5), che un ministero non ce l’ha; per fortuna ci sono ancora le parrocchie e l’associazionismo. Va considerato che, secondo Eurostat, un italiano su otto si sente solo perché non ha nessuno a cui chiedere aiuto, non ha un amico, né un familiare con cui sfogarsi.
La solitudine è la triste realtà della vita moderna e può far male non solo a livello emotivo, ma anche fisico perché isolarci può provocare grossi disagi che si ripercuotono sul nostro corpo. Allora come affrontare questo periodo? Gli psicologi sostengono che sia importante che tutti, giovani e anziani, si prendano cura della propria salute mentale, essendo consapevoli di ciò che è bene per loro, e riservando del tempo per divertirsi. Il buon cibo, trascorrere del tempo all’aria aperta, guardare un film, un animale domestico, tutto può essere efficace quanto il contatto sociale, anche una videochiamata.
Ce n’è anche per chi solo non si sente. Mentre ti godi lo shopping, il cibo, il bere e le feste, pensa pure a chi starà solo a Natale e, in effetti, tutto l’anno. Se conosci qualcuno che è in questa condizione, ci sono cose che puoi fare per aiutarlo. A volte il più piccolo dei gesti può far sentire le persone meno isolate: un sorriso o un saluto a un passante, una telefonata, un messaggio di testo o un biglietto di auguri a un amico di vecchia data con cui non hai contatti. Ma è anche importante ricordare che tutti possiamo sentirci soli di tanto in tanto e che va bene non sentirsi sempre felici e pieni di divertimento, anche a Natale.