HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE  VENT’ANNI DOPO

Arriva al cinema il 9 dicembre l’attesissima trasposizione del primo dei sette romanzi che compongono la saga letteraria scritta da Joanne Kathleen Rowling. Un film che ha ottenuto tre candidature a Premi Oscar, una candidatura a Critics Choice Award, una candidatura a AFI Awards e che in Italia al box office ha incassato 25,3 milioni di euro. Harry Potter vive con gli zii e il cuginetto sin dalla più tenera età dopo la morte dei suoi genitori. I parenti non lo amano per nulla. Harry sta ormai per compiere undici anni e viene guardato male anche per alcune sue capacità “magiche”. Che sono effettive perché Harry è figlio di maghi e comincia a ricevere lettere, regolarmente sequestrate, portate da gufi. Dovrà giungere il gigantesco Hagrid a recapitargliene personalmente una perché possa apprendere di essere stato ammesso a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Gli zii a questo punto non possono far più nulla e Harry raggiunge la scuola dove apprende che il suo nome è già noto e dove scoprirà di avere naturali doti magiche. Questo non è che l’inizio delle sue avventure ispirate al famosissimo e vendutissimo libro di J.K. Rowling che da madre single e senza una sterlina si è ritrovata ad essere una delle donne più ricche della Gran Bretagna. Il film mantiene più di quel che pareva promettere. Chris Columbus (nel suo carnet, tra gli altri, Mamma ho perso l’aereo) ha saputo evitare l’ansia da effetto speciale per puntare tutto sulla storia che segue, fatti i debiti tagli e una variante sul prologo, lo sviluppo del romanzo. Circondandosi di ottimi attori ha ricostruito un clima anni sessanta senza però mai dimenticare gli spettatori (dai 6 ai 60 anni) a cui si rivolgeva. Tanto che si giunge alla morale della favola dopo due ore e mezza di film ancora in grado di intendere e di volere. Cioè non frastornati da una colonna sonora pompata o da mirabilie tecnologiche ma piacevolmente coinvolti da una storia la cui “magia” sta nel raccontare in modo semplice del bisogno di fantasia della mente umana.

L'ECO di San Gabriele
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