“L’INFLUENCER DI DIO”

La mamma di Carlo Acutis ci racconta il giovane beato

Lo scorso 10 ottobre, ad Assisi, Carlo Acutis (1991-2006) è stato proclamato Un giovane, appena 15 anni, animato da una grande fede. Esperto di computer e devoto dell’Eucaristia e della Vergine Maria, creò siti per la diffusione della devozione ai miracoli eucaristici sparsi nel mondo. Ha all’attivo anche una mostra sulla Madonna e una su Angeli e Demòni. Papa Francesco lo ha presentato come “influencer di Dio” e qualcuno lo indica già come il prossimo “patrono di internet”.

La beatificazione è avvenuta solo da qualche giorno quando, al santuario di San Gabriele, incontriamo la signora Antonia Salzano, mamma di Carlo, raccolta in preghiera davanti all’urna del santo.

Signora Antonia, a cosa è dovuta la sua presenza a San Gabriele?

Sono di passaggio dopo la visita ad altri santuari del Centro Sud. San Gabriele era uno dei santi che Carlo pregava insieme a santa Gemma Galgani. Essendo di strada, quindi, ho voluto ringraziarlo per l’avvenuta beatificazione.

Il beato Carlo è il personaggio del momento, indicato come patrono di internet. Che ragazzo era?

Un tipo scherzoso. Si divertiva a fare i filmini coi suoi animali. Immaginava battaglie intergalattiche tra cani e gatti, dove i gatti erano i cattivi. Creava costumi, cappelli, e tutti gli outfit per gli animali. Finite le riprese montava le scene, le musiche tipo guerre stellari, e il tutto a livelli quasi professionali. I risultati erano molto divertenti. Era simpaticissimo e gli amici che venivano a trovarlo si divertivano tanto. Dal punto di vista spirituale, invece, aveva una spiritualità molto semplice, ma nello stesso tempo straordinaria. Al centro di tutto c’era Gesù, specialmente nell’Eucaristia. Da quando ha ricevuto la prima comunione, all’età di 7 anni, è andato a messa tutti i giorni, e si è sempre ritagliato un po’ di tempo, prima o dopo la messa, per l’adorazione. Dall’amore a Gesù, poi, Carlo è passato all’amore per i poveri: noi abitiamo al centro di Milano e Carlo si era organizzato per aiutare gli ultimi.

Come nasce questo fervore di vita cristiana?

Spontaneamente. Sin da piccolo era molto devoto. Voleva entrare nelle chiese, salutare il Crocifisso, portare i fiori alla Madonna. Man mano che cresceva la sua dimensione spirituale diventava sempre più luminosa e matura.

Aveva anche un legame speciale con la Vergine Maria, un po’ come san Gabriele…

Carlo, osservando le file per andare a vedere un film, una partita di pallone o un concerto rock diceva: “Se la gente capisse l’importanza dell’Eucaristia e si rendesse conto, le chiese sarebbero talmente piene che non si riuscirebbe più a entrare”. Carlo diceva che la Madonna era l’unica donna della sua vita e quando pregava il rosario definiva il tutto “l’incontro più galante della giornata”.

Come giudica il percorso di santità di suo figlio?

Semplice, facile da imitare, perché fondato sui sacramenti. Si confessava ogni settimana, anche per peccati veniali. Abbiamo trovato una specie di diario in cui appuntava i voti in base ai suoi comportamenti quotidiani…

Quali sensazioni nel giorno della beatificazione?

Grande felicità. È stato un po’ il coronamento di quelle che sono state in questi anni le manifestazioni e le testimonianze di fedeli in tutto il mondo. Il miracolo preso in considerazione per la beatificazione riguardava un bambino che aveva una malattia congenita, una malformazione del pancreas. Hanno fatto una novena pubblica a Carlo con una benedizione speciale utilizzando un pezzetto del pigiama che Carlo indossava quando stava in ospedale. Al terzo giorno il bambino ha ripreso a mangiare e, dopo le analisi, il pancreas era completamente guarito.

Ha mai avuto contatti con papa Francesco?

No. Una volta ebbi la fortuna di vedere Giovanni Paolo II in piazza. Ricordo che passò vicino a me dalla papamobile guardandomi profondamente negli occhi… Quello sguardo lo porto sempre con me. Per quanto riguarda papa Francesco so che ha parlato di Carlo nella esortazione post-sinodale Christus Vivit, dove cita espressamente una frase di Carlo: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.

L'ECO di San Gabriele
Panoramica privacy

Questo sito utilizza cookies per migliorare l'esperienza di navigazione.

I cookies sono piccoli files di testo salvati nel tuo browser per facilitare alcune operazioni. Grazie ai cookies, se torni a visitare il sito potrai essere riconosciuto non dovendo dare nuovamente il consenso al trattamento dei dati personali e saranno ricordale le preferenze già espresse.

Per gli sviluppatori, i cookies indicano le pagine più apprezzate dai visitatori al fine di un ulteriore sviluppo del sito.