Una carta deontologica denominata Dichiarazione di Olbia è stata elaborata dai giornalisti aderenti all’Uspi–Unione Cattolica Stampa Italiana, per una scrittura responsabile riguardo alluvioni e disastri ambientali. Perché giornali, radio e televisione possono contribuire ad alleviare o addirittura evitarne gli effetti attraverso l’ascolto di esperti in grado di analizzare fenomeni complessi e fornire interpretazioni e previsioni. L’attenta riflessione, non a caso svoltasi nel capoluogo della Gallura colpito da due cicloni in successione (Cleopatra e Mediterraneo), si è avvalsa del contributo di Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile nazionale. Nel documento finale si legge: “La professione giornalistica potrà avere un futuro solo attraverso la riscoperta della sua utilità sociale … costruire con i propri lettori/spettatori un rapporto basato sulla fiducia e la credibilità. La tutela dell’ambiente è un tema privilegiato in questo percorso”. Gli operatori dei media devono tornare a svolgere il ruolo di cane da guardia secondo un’etica impeccabile. Consapevoli dell’importanza del ruolo. Devono inoltre evitare di contribuire all’ulteriore esaltazione di modelli consumistici, per contrastare quanto già avviene nella comunicazione.
MEDIA E DISASTRI AMBIENTALI
