VORREI CHE MI SPIEGASSE LA FINE DEL MONDO

By Luciano Temperilli
Pubblicato il 31 Maggio 2013

Caro padre Luciano, vorrei che lei mi spiegasse la fine del mondo. Lo ha detto la bibbia duemila anni fa e puntualmente ci viene ricordato nelle preghiere. Da nessuna parte, però, si accenna al come e al quando… Tutti noi ci auguriamo avvenga il più tardi possibile, ma penso a chi è morto duemila anni fa… Non vorrei essere blasfema, ma già duemila anni rappresentano un’eternità… Chi è morto in quel tempo, dove si trova oggi? E poi ancora: in che modo gli oltre sette miliardi di persone che oggi popolano la terra termineranno contemporaneamente i loro giorni? Il sole smetterà di riscaldarci oppure non avremo più cibo e acqua? Con tutta sincerità mi sembra proprio una storiella fiabesca!      Ferderica90
Che il mondo finirà lo dice la scienza. Il sole perderà la sua energia, si allargherà e consumerà i pianeti che gli sono attorno. Ma a quel tempo, penso, non ci saranno riprese televisive a immortalare l’avvenimento perché la razza umana e la vita sulla terra sarà finita da un pezzo! In questo caso la fine del mondo è la scomparsa della terra in un amalgama infuocato. Però, la razza umana potrebbe sparire per tanti altri motivi e la terra potrebbe continuare a girare per i fatti suoi per milioni di anni ancora. Un asteroide ci potrebbe far fare la fine dei dinosauri; eruzioni vulcaniche enormi potrebbero appestare l’aria; spostamenti della crosta terrestre potrebbero far sparire continenti; l’inversione improvvisa dei poli potrebbe di-struggere l’umanità… senza pensare a quanto potremmo fare noi con le bombe atomiche o qualche scienziato pazzo con qualche virus mortale e invincibile o potrebbero fare gli alieni in una guerra dei mondi in cui noi faremmo la fine di agnelli macellati.  Insomma ci sono tanti possibili modi di finire e per la terra e per gli uomini, tante paure, tante profezie (ricordi il 12.12.2012?) in cui  una fine purificatrice, di rigenerazione o di castigo, colpirebbe l’umanità. Senza dimenticare che c’è una fine “singolare” che prende ognuno di noi con la propria morte.  Insomma, la vita è bella ma finisce. E ci rendiamo conto, come uomini, che la vita e la morte ci prendono come qualunque essere vivente sulla faccia della terra. “Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c’è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell’uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso la medesima dimora: tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere.  Chi sa se il soffio vitale dell’uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra” diceva il sapiente della bibbia. E qui sorgono  allora le domande, le grandi domande. Tutto finisce? Siamo in un mondo incomprensibile? Ci facciamo domande assurde? O no? A queste paure ha risposto Gesù Cristo quando ha detto che nessuno conosce la fine del mondo e l’apostolo Pietro quando afferma che ci saranno cieli nuove e terra nuova. Allora il “sentire” che la terra vive la stessa avventura dell’uomo ha una sua ragione. L’uomo vi è legato in una prospettiva di costruzione o di distruzione, di bene o di male, di giustizia o di ingiustizia. Sono i nostri temi. I temi della politica, dell’ecologia e della natura. In una situazione di fragilità e di provvisorietà. San Paolo, però, ci dice che questa fragilità e provvisorietà sono come le doglie di un parto che preparano un mondo nuovo. C’è allora un futuro inimmaginabile e certo. C’è una vita nuova, eterna. Come sarà? Sempre Paolo usa l’immagine del seme da cui spunta una pianta. è, la pianta, un’altra cosa rispetto al seme. Così noi e il nostro mondo presente con quello futuro. Gesù che è risorto ci dice che esiste questa nuova dimensione della vita e dell’esistenza. Però bisognerà stare attenti perché come possiamo avvelenare il mondo presente potremo rovinare quello futuro. E sappiamo come. Rileggiti il giudizio universale secondo il vangelo di Matteo in questa prospettiva. Potrebbe dire tanto!

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