VORREI CHE MI SPIEGASSE LA FINE DEL MONDO
Caro padre Luciano, vorrei che lei mi spiegasse la fine del mondo. Lo ha detto la bibbia duemila anni fa e puntualmente ci viene ricordato nelle preghiere. Da nessuna parte, però, si accenna al come e al quando… Tutti noi ci auguriamo avvenga il più tardi possibile, ma penso a chi è morto duemila anni fa… Non vorrei essere blasfema, ma già duemila anni rappresentano un’eternità… Chi è morto in quel tempo, dove si trova oggi? E poi ancora: in che modo gli oltre sette miliardi di persone che oggi popolano la terra termineranno contemporaneamente i loro giorni? Il sole smetterà di riscaldarci oppure non avremo più cibo e acqua? Con tutta sincerità mi sembra proprio una storiella fiabesca! Ferderica90
Che il mondo finirà lo dice la scienza. Il sole perderà la sua energia, si allargherà e consumerà i pianeti che gli sono attorno. Ma a quel tempo, penso, non ci saranno riprese televisive a immortalare l’avvenimento perché la razza umana e la vita sulla terra sarà finita da un pezzo! In questo caso la fine del mondo è la scomparsa della terra in un amalgama infuocato. Però, la razza umana potrebbe sparire per tanti altri motivi e la terra potrebbe continuare a girare per i fatti suoi per milioni di anni ancora. Un asteroide ci potrebbe far fare la fine dei dinosauri; eruzioni vulcaniche enormi potrebbero appestare l’aria; spostamenti della crosta terrestre potrebbero far sparire continenti; l’inversione improvvisa dei poli potrebbe di-struggere l’umanità… senza pensare a quanto potremmo fare noi con le bombe atomiche o qualche scienziato pazzo con qualche virus mortale e invincibile o potrebbero fare gli alieni in una guerra dei mondi in cui noi faremmo la fine di agnelli macellati. Insomma ci sono tanti possibili modi di finire e per la terra e per gli uomini, tante paure, tante profezie (ricordi il 12.12.2012?) in cui una fine purificatrice, di rigenerazione o di castigo, colpirebbe l’umanità. Senza dimenticare che c’è una fine “singolare” che prende ognuno di noi con la propria morte. Insomma, la vita è bella ma finisce. E ci rendiamo conto, come uomini, che la vita e la morte ci prendono come qualunque essere vivente sulla faccia della terra. “Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c’è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell’uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso la medesima dimora: tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere. Chi sa se il soffio vitale dell’uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra” diceva il sapiente della bibbia. E qui sorgono allora le domande, le grandi domande. Tutto finisce? Siamo in un mondo incomprensibile? Ci facciamo domande assurde? O no? A queste paure ha risposto Gesù Cristo quando ha detto che nessuno conosce la fine del mondo e l’apostolo Pietro quando afferma che ci saranno cieli nuove e terra nuova. Allora il “sentire” che la terra vive la stessa avventura dell’uomo ha una sua ragione. L’uomo vi è legato in una prospettiva di costruzione o di distruzione, di bene o di male, di giustizia o di ingiustizia. Sono i nostri temi. I temi della politica, dell’ecologia e della natura. In una situazione di fragilità e di provvisorietà. San Paolo, però, ci dice che questa fragilità e provvisorietà sono come le doglie di un parto che preparano un mondo nuovo. C’è allora un futuro inimmaginabile e certo. C’è una vita nuova, eterna. Come sarà? Sempre Paolo usa l’immagine del seme da cui spunta una pianta. è, la pianta, un’altra cosa rispetto al seme. Così noi e il nostro mondo presente con quello futuro. Gesù che è risorto ci dice che esiste questa nuova dimensione della vita e dell’esistenza. Però bisognerà stare attenti perché come possiamo avvelenare il mondo presente potremo rovinare quello futuro. E sappiamo come. Rileggiti il giudizio universale secondo il vangelo di Matteo in questa prospettiva. Potrebbe dire tanto!