VOLARE ALTO O VOLARE BASSO?

Guai se la squadra del cuore perde qualche colpo. Ho in-contrato stamane due ragazzi con una faccia ingrugnita e musi lunghi da sembrare due mummie. “Urca – li ho subito apostrofati – mi sembrate già imbalsamati, almeno i faraoni aspettavano di esse morti. Su con la vita, non sempre si può vincere, bisogna saper perdere, come si cantava una volta”. Capisco che non tutti si possono permettere la battuta dell’avvocato Gianni Agnelli: “Vinca la Juve o vinca il migliore? Sono fortunato, spesso le due cose coincidono”.
A risollevare il morale ecco l’amico Marco ribadire da skype che la più coraggiosa decisione da prendere ogni giorno è quella di essere di buon umore. E cosa dovrebbe dire allora Francesco Facchinetti che passa da un flop all’altro ormai in tempo reale? Beh per adesso al quarto smacco con l’immediata chiusura dopo la prima puntata di RaiBoh l’ex dj si sfoga su twitter: “A 32 anni non so più cosa fare, mi prenderei a schiaffi”. Ottima idea, così ti dai una sgrullatina. Dovresti sapere che la tv non ama il vuoto pneumatico, agli esperti in aria fritta il piccolo schermo riserva insidie e rischi, come del resto avviene per il cinema. Ma Naomi Watts, che con The Impossible ha raggiunto il traguardo degli Oscar e fa rivivere Lady D e Marilyn Monroe, non teme rischi e polemiche: “Io amo il rischio, a me piace rischiare”. Sì soprattutto quando le cose vanno a gonfie vele.
Vabbe’ ma non esageriamo. Hanno chiesto a Dario Sardonè, 22enne conduttore dello show BabyBoom su Sky, come si vede fra 10 anni: “Una persona perbene”. Non è poco, perfino Pinocchio finì “contento d’essere diventato un ragazzino perbene”. E se avessi un super potere a disposizione? “Darei spazio ai giovani, vorrei poter donare la grinta e l’energia a tutti quei ragazzi sognatori, perché io sono uno di loro che sta lottando ancora per realizzare il suo sogno. Ripenso alla preghiera del buon pomeriggio prima di iniziare a studiare, era anche una riflessione sulla vita”. Sempre cosa saggia riflettere sulla vita, tenere i piedi per terra e volare basso.
Ma ad Alessia Trost, altra splendida emergente che a 19 anni ha già superato l’asticella a 2 metri nel salto in alto, possiamo augurare di volare alto, sempre più alto. A chi le chiede se si ritiene diversa dalla generazione dei 20enni che ambiscono ai reality e popolano facebook e twitter, la giovanissima atleta fa sapere che non si monta la testa: “Nessuno sogna di avere successo senza fare fatica o passando le ore sui social network. Mi sento parte della mia generazione, ma a 19 anni non perdo tempo su facebook”. Ok bella e brava campionessa, allora bando alle chiacchiere e tieni ben salda la testa sulle spalle. E i piedi per terra. Eccetto all’impatto con la pedana del salto in alto.           pierinodieugenio@yahoo.it