Vendere e acquistare senza denaro

il primo ecostore del riutilizzo e del baratto
By Marta Rossi
Pubblicato il 15 Novembre 2012

Su reoose.com non servono soldi: ci sono dei crediti che si accumulano e che poi finiscono in un conto personale. Quando ci si iscrive, ci sono 5 crediti di benvenuto, poi 2 se inviti amici e altri 5 per aver completato il profilo. A ogni vendita, ovviamente, si acquistano i crediti guadagnati

Un materasso acquistato per sbaglio, i social network e una passeggiata in bici sui ponti di Amsterdam. Queste potrebbero essere le parole chiave della storia di Reoose, il primo ecostore del riutilizzo e del baratto asincrono, fondato nel 2011 e oggi  una bacheca virtuale dove scambiare e/o acquistare ciò che non serve più.

A fondarlo sono stati Luca e Irina Leoni, insieme anche nella vita: entrambi lavorano “con le idee”, lui creatore di progetti innovativi legati al web 2.0, fondatore del Ninjalab e di Show Reel enternainment produce, lei si occupa di marketing e creatività. Il materasso è un loro acquisto sbagliato, e per alcuni mesi tentano di regalarlo a parenti e amici. Niente, nessuno di loro conoscenza ne aveva bisogno. Complice il poco spazio a disposizione, il materasso viene ritirato dall’azienda dei rifiuti e portato in discarica.

Da qui, la domanda. Ma quante cose vengono gettate via in un anno? La risposta: in un anno 1,6 miliardi di euro sono spesi per oggetti che decoreranno cantine e garage prima di finire in discarica. E allora la soluzione può venire dalla rete: nasce così Reoose dove puoi “vendere” e “acquistare” senza denaro ma soltanto con i crediti guadagnati dai tuoi movimenti nell’ecostore. In questo modo, chiunque può accedere agli oggetti di cui ha bisogno.

Sul blog di Reoose, ci sono le testimonianze degli utenti. Francesco e Carolina mostrano orgogliosi la libreria dove fa bella mostra la collana “Inventori e invenzioni” presa su Reoose. “Mio figlio l’ha trovata gratis – spiega Francesco – poi mia moglie ha iniziato a spulciare il sito ed è rimasta folgorata. Ha iniziato così a scambiare oggetti che non utilizzavamo più”. Luca invece è nella sua stanza mentre gira il video su come funziona Reoose: “Ho trovato questo libro – dice indicando il volume – ma non l’ho comprato, l’ho preso con i crediti. Una figata!”. “Una mia amica – dice un’altra utente – mi ha indicato il sito e ho potuto trovare, gratis, questo stereo”, dice indicando lo scaffale nel suo appartamento. C’è chi ha scelto un rap per spiegare come funziona Reoose, mentre scarta la scatola del cellulare. Poi ci sono Marco e Serena che in fotografia sorridono con libri, dvd e regali per le amiche, tutto rigorosamente gratis.

“Ci trovavamo in vacanza ad Amsterdam, io e Irina. Passeggiavamo sui ponti, in completo relax, quando ci è venuta l’idea: proprio l’illuminazione, tanto che siamo corsi in hotel a scrivere l’idea che avevamo avuto”, spiega Luca. Da lì, è trascorso un anno prima che il progetto diventasse una realtà. “Ed è ancora in evoluzione”.

“Il materasso è stato il mezzo che ci ha fatto aprire gli occhi: mancava qualcosa, c’era un buco nella rete per quegli oggetti che non si possono vendere sui normali siti come Ebay o subito.it e che quindi si accumulano nelle cantine e nei garage – prosegue Luca -. Abbiamo trovato l’idea giusta e l’abbiamo applicata alle famiglie: è venuta fuori una cosa bellissima”.

Per prima cosa, occorre registrarsi e pubblicare il proprio annuncio. Automaticamente, l’oggetto viene valutato in crediti: per esempio, un giocattolo per i bambini può valere dai 20 ai 60 crediti; un passeggino 220, un tiralatte 100 così come un impianto stereo o le fotocamere compatte. Prezzi più alti (anche 500 crediti) per notebook o videoproiettori. Fatto l’annuncio, si può vendere ricevendo l’offerta. Dopodiché si hanno crediti da spendere in un oggetto tra quelli disponibili. Poi, serve concordare con il venditore la migliore modalità di scambio: Reoose consiglia sempre di cercare offerte nella propria città, per fare uno scambio a km0.

Quindi, se in casa abbiamo una tv, un divano o un cellulare di cui vogliamo disfarci cosa dobbiamo fare? “Se hanno un valore di mercato, conviene venderli – dice ancora Luca – ma in caso contrario, conviene collegarsi a reoose.com e provare a venderlo lì”. “Abbiamo pensato soprattutto agli universitari, ricordandoci di quando eravamo studenti fuori sede anche noi: ogni occasione era buona per risparmiare. Non a caso, gli universitari sono tra i primi utenti di Reoose”.

Per comprare o vendere su Reoose non serve il denaro: ci sono dei crediti che si accumulano e che poi finiscono in un conto personale. Quando ci si iscrive, ci sono 5 crediti di benvenuto, poi 2 se inviti amici e altri 5 per aver completato il profilo. Quando si condivide la pagina su Facebook, Reoose ne regala un altro: a ogni vendita, ovviamente, si acquistano i crediti guadagnati. In mancanza di crediti, l’utente può acquistare online.

Ma come è venuta fuori l’idea dei crediti piuttosto che il denaro? “Ci abbiamo pensato molto. Il baratto ci è sembrato vetusto, superato: poi è faticoso, si devono incrociare per forza due desideri o necessità, altrimenti l’affare non si conclude. E questo spesso non si avvera”. Quando il sito parte, ci sono molte titubanze. “Anche perché – ricorda Luca – il valore agli oggetti lo diamo noi, in base anche all’usato o nuovo. Però finora abbiamo forse ricevuto lo 0,01 per cento di lamentele, anche perché quando metti un oggetto su Reoose non ha un valore di mercato”. Ogni mese 60mila persone contattano Reoose e ci sono 20mila iscritti fissi che aiutano anche Luca e Irina a gestire il flusso. “Si tratta di una scelta di vita, si decide di non far caso alle marche e ti accontenti di un oggetto che è soltanto un oggetto: in questo modo, chiunque, anche chi non ha i mezzi economici adeguati, può vendere una borsa e acquistare un passeggino oppure acquistare un cellulare e vendere un divano”. 

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