A rischio un patrimonio di natura, storia, cultura e prodotti alimentari tipici. Maggiormente penalizzate le aree montane dove le condizioni sociali ed economiche minime non garantiscono la permanenza di pastori e allevatori. Il risultato è la perdita di biodiversità delle stalle italiane. Sono a rischio di estinzione, denuncia la Coldiretti, 130 razze animali, di cui 38 di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di suini, 10 di avicoli e 7 di asini. Un comparto che vale 17,3 miliardi di euro, il 35% dell’intera agricoltura nazionale che offre lavoro a 800 mila persone. Un peccato grave perdere: il raglio dell’asino amiatino, originario della provincia di Grosseto particolarmente adatto nelle zone impervie e marginali; il nitrito del cavallo pentro, della provincia di Isernia, resistente alle avversità climatiche; il grugnito del maiale nero casertano calvo, dalle deliziose carni; il belato della pecora sopravissana, dalla pregiata lana e squisito formaggio; il coccodè della gallina ancona, una ovaiola dalle meravigliose penne a pois.
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