UNA SOLIDARIETÀ DA PRIMATO

121 metri di calciobalilla
By Marta Rossi
Pubblicato il 2 Gennaio 2016

One two one, 121 metri di calciobalilla per conquistare il Guinness dei primati e aiutare migliaia di bambini a curarsi in Somaliland (Africa orientale) e in Nepal. Recentemente il centro di Torino è diventato il teatro di questo spettacolare record del mondo organizzato dalla Marco Berry Onlus per sostenere le attività dell’ospedale pediatrico MAS CTH di Hargeisa nel Somaliland e la costruzione di alcune strutture scolastiche e sanitarie in Nepal. “Il Somalinad è la zona con il più alto tasso di mortalità infantile al mondo – ha spiegato lo showman Marco Berry -: prima del quinto anno di età, muoiono ben 250 bambini ogni 1.000, colpiti da dissenteria, infiammazioni all’apparato respiratorio o meningite. Il 29 gennaio 2012 abbiamo posato il primo mattone, un anno dopo è stato curato il primo paziente. A oggi la struttura ha già salvato oltre 35 mila giovani”. La manifestazione è stata patrocinata dal Comune di Torino, che tramite l’assessore allo Sport Stefano Gallo, ha fatto sapere che “Questo evento non solo si inserisce pienamente nel ricco calendario di iniziative per Torino Capitale Europea dello Sport ma porta con sé anche il valore aggiunto della solidarietà. Il messaggio che vuole dare è che ci si possa divertire sostenendo delle nobili cause”.

Da piazza Castello e piazza San Carlo, quindi, sono stati smontati e rimontati 106 biliardini professionali, per farne uno solo lungo 121 metri: a partecipare alla gara – pagando una quota di 2mila euro – c’erano 424 giocatori, con 101 palline e 2332 omini. Alla fine della gara, i singoli calcetti sono stati smontati, sistemati e spediti ai singoli proprietari che oltre a pagare la quota, si sono aggiudicati il calciobalilla legato all’evento con il marchio del Guinness dei primati. A mettere insieme questo singolare calcetto è stata la Fabi srl, storica azienda del torinese che costruisce calciobalilla. Spiega Roberto Osella Bon, il titolare: “La nostra società si occupa di costruzione di apparecchi meccanici e in corrispondenza dei trent’anni di attività, quest’anno siamo entrati nel World Guinness Records con il calcetto più lungo del mondo, da 121 metri. È stato costruito per volontà mia e di Marco Berry, noto attore e mago, attraverso la sua onlus per finanziare l’ospedale pediatrico di 1400 metri quadrati in Somaliland. L’idea è nata per sensibilizzare chi partecipava a donare fondi: sono stati raccolti oltre 120mila euro. La mia soddisfazione oltre a essere partecipe di questo record è stata di poter raggiungere questo obiettivo. Volevamo lasciare un segno, un simbolo agli sponsor che ci hanno aiutato e a quanti hanno partecipato. Abbiamo quindi fatto in modo che questo grande calciobalilla fosse scomposto in singoli calcetti e fornire a tutti i partecipanti una porzione di record. Questo resterà un ricordo per tutti, spero anche per la città di Torino, per il fatto che si sia raggiunto lì il record, strappandolo alla Svizzera. Aspettiamo che qualcuno ci lanci la sfida e noi saremo pronti a ribattere”.

“Il calcetto da tavolo è uno sport che piace a tutti, grandi e bambini, me compreso. E tutti, almeno una volta, hanno sognato di entrare nel Guinness dei Primati. Poi un giorno mi sono detto: “Perché non realizzare il calcetto più lungo del mondo?”. Da quel momento ci abbiamo messo anima e cuore per sviluppare questa idea. Lo scopo? È quello di sempre: raccogliere fondi per i bimbi di Hargeisa. Ma con due nostre prerogative: divertendo chi ci sostiene e facendo in modo che ognuno possa portare con sé un pezzettino del progetto”, aggiunge Berry.

Le strutture – in Somaliland e in Nepal – sostengono le famiglie dando loro la possibilità di curare gratis i propri figli. Il Mohamed Aden Sheikh Children Teaching Hospital nel Somaliland è stato ideato e realizzato in collaborazione con l’università di Torino e con l’ospedale pediatrico Regina Margherita ed è una struttura sanitaria di secondo livello. Il Somaliland, stato auto-dichiarato indipendente non è riconosciuto dalla comunità internazionale e questo rallenta e talvolta impedisce l’arrivo di aiuti umanitari. Mi-gliaia di profughi arrivano in questo piccolo fazzoletto di terra che però non regge l’impatto. Ogni giorno quindi, una cinquantina di piccoli pazienti viene curata dai medici dell’ospedale per patologie gastrointestinali, respiratorie ma anche per disturbi cardiaci congeniti, anemie calciformi, e casi di Hiv.

In Nepal, invece, colpito dalla tragedia umanitaria del terremoto che ha ucciso oltre 6mila persone e distrutto interi villaggi, la Marco Berry Onlus, grazie anche al “121 one two one” sta finanziando la ricostruzione della scuola primaria nel villaggio di Chagu e il posizionamento e proseguimento delle attività di un posto medico nel villaggio di Taruka. Il progetto prevede anche l’organizzazione medica in collaborazione con le autorità locali e la formazione della popolazione sulle tecniche di soccorso primario. Inoltre, grazie alla collaborazione con altre associazioni, come il Banco sanitario, la Croce giallo azzurra e la Asl di Torino, sarà possibile inviare in Nepal dei teli impermeabili, prodotti di parafarmacia e nuove ambulanze.

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