UNA LEGGE POCO POPOLARE

Come ben sapete, si è alzato un grosso polverone sul decreto legge per la riforma bancaria delle popolari. Sono state adottate, infatti, misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti, deliberate proprio dal Consiglio dei ministri, riunitosi il 20 di gennaio scorso e in seguito pubblicate sulla Gazzetta ufficiale n°19 del 24 gennaio 2015. Entro diciotto mesi, dopo le disposizioni attuative della Banca d’Italia, le banche popolari dovranno mutare pelle in SpA. Di fatto, secondo quanto stabilito nel provvedimento, le dieci più grandi banche popolari con attivi oltre gli otto miliardi di euro, se non diventeranno società per azioni, potranno incorrere in sanzioni da parte della Banca d’Italia. Rientrano in questo elenco: Banco Popolare, Ubi Banca, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Milano, Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Popolare di Sondrio, Banca Etruria, Credito Valtellinese e Popolare di Bari. Tutti dovranno modificare la propria governance, abbandonando il sistema capitario di una testa per un singolo voto.

Tralasciando per un momento queste misure che hanno ricevute critiche durissime nel mondo delle popolari, in quel decreto non è questa l’unica novità. C’è anche un provvedimento favorevole per il cliente bancario nell’articolo 2 dove si parla della portabilità dei conti correnti. Di cosa si tratta? Della possibilità di trasferire un conto corrente da una banca all’altra a titolo gratuito e in modo rapido, al massimo entro due settimane (12 giorni). D’ora in avanti l’onere sarà tutto a carico degli istituti. In merito alla chiusura di un conto, il nuovo decreto stabilisce che dovranno essere le singole banche a occuparsi dei passaggi per la conclusione del deposito, con la portabilità dei conti. In definitiva, il cliente sarà libero di cambiare banca in qualsiasi momento, senza preavviso o senza rispettare termini minimi di contratto, indicate dalla direttiva europea (n.2014/92/UE) del luglio scorso, che stabilisce, quanto segue:

“I prestatori di servizi di pagamento dovrebbero offrire ai consumatori una procedura chiara, rapida e sicura per trasferire i conti di pagamento, compresi i conti di pagamento con caratteristiche di base. Tale e in caso in cui la banca evade con ritardo la sua richiesta di trasferimento conto è previsto un risarcimento. Il trasferimento sarà a costo zero per la clientela, cioè la portabilità dei conti dovrà essere gratuita e dovrà rispettare i termini e le modalità. La procedura dovrebbe essere garantita quando i consumatori desiderano trasferire il conto da un prestatore di servizio di pagamento all’altro, nonché quando desiderino effettuare un trasferimento tra diversi conti di pagamento presso lo stesso prestatore di servizi di pagamento. Ciò consentirebbe ai consumatori di approfittare delle offerte più convenienti sul mercato e passare facilmente dal conto di pagamento precedente a un altro potenzialmente più adatto, indipendentemente dal fatto che ciò avvenga nell’ambito dello stesso prestatore di servizi di pagamento o tra prestatori di servizi di pagamento differenti. Tutte le spese eventualmente addebitate dal prestatore di servizi di pagamento in relazione al servizio di trasferimento dovrebbero essere ragionevoli e in linea con i costi effettivamente sostenuti dai prestatori di servizi di pagamento”.

Il decreto, ovviamente, prevede anche sanzioni per gli istituti che non si adegueranno. In caso di mancato rispetto dei termini, infatti, l’istituto bancario o il prestatore di servizi di pagamento risarcisce il cliente in misura proporzionale al ritardo e alla disponibilità esistente sul conto di pagamento al momento della richiesta di trasferimento. La portabilità gratuita dei conti ha ovviamente incontrato il favore delle associazioni dei consumatori, che da anni denunciano “continui balzelli aggiuntivi, spese e commissioni applicate per appesantire i salati costi di gestione”. E proprio i costi di gestione restano il tallone d’Achille del sistema, ovviamente per quanto riguarda i correntisti. A tal riguardo, proprio nell’ultimo rapporto, preparato dalle associazioni e pubblicato in dicembre scorso, emergeva che il costo medio di gestione di un conto corrente con “profilo a bassa operatività” (così come emerge dall’Indicatore sintetico di costo-Isc che ogni banca è obbligata a indicare nel riassunto annuale dell’estratto conto) si attestava a 321 euro, il triplo della media europea.

Raccomando e suggerisco, qualora il risparmiatore volesse cambiare banca, di farlo sempre tramite lettera raccomandata con ricevuta a/r, allegando i restanti assegni non utilizzati, il bancomat  o la carta di credito, con l’accortezza di tagliare con le forbici, tutto quanto si allega alla lettera. Questo per avere una prova che la richiesta del cliente sia evasa nei termini stabiliti dalla legge.        brunoscarano@alice.it