UNA CHIESA CHE ASCOLTI I GIOVANI
Due gli impegni presi in occasione Seminario internazionale tenutosi recentemente sulla condizione giovanile nel mondo: accompagnare le nuove generazioni e rispondere alle loro richieste di essere protagonisti nella costruzione di un mondo migliore
“Desidero annunciare che dal 19 al 24 marzo 2018 è convocata dalla segreteria generale del Sinodo dei vescovi una riunione pre-sinodale a cui sono invitati giovani provenienti dalle diverse parti del mondo: sia giovani cattolici, sia giovani di diverse confessioni cristiane e altre religioni, o non credenti”. È stato papa Francesco, nel corso dell’udienza generale del 4 ottobre scorso, a dare la notizia di questo incontro che si terrà a Roma alla vigilia del dibattito sinodale sui ragazzi di tutto il mondo. “Questa iniziativa – ha spiegato Bergoglio – si inserisce nel cammino di preparazione della prossima assemblea generale del Sinodo dei vescovi che avrà per tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, nell’ottobre 2018. Con tale cammino la Chiesa vuole mettersi in ascolto della voce, della sensibilità, della fede e anche dei dubbi e delle critiche dei giovani – dobbiamo ascoltare i giovani -. Per questo, le conclusioni della riunione di marzo saranno trasmesse ai padri sinodali. Vi domando: volete essere giovani addormentati, imbambolati, intontiti? Volete che altri decidano il futuro per voi? Volete essere liberi? Volete essere svegli? Volete lottare per il vostro futuro? Cari giovani, non siamo venuti al mondo per ‘vegetare’, per passarcela comodamente, per fare della vita un divano che ci addormenti; al contrario, siamo venuti per un’altra cosa, per lasciare un’impronta. È molto triste passare nella vita senza lasciare un’impronta”.
Parole e provocazioni che papa Francesco ha voluto fare ai giovani del mondo durante la veglia della Gmg di Cracovia del 2016. Parole che fanno da sfondo al cammino di preparazione del Sinodo dei vescovi sui giovani e che già ora vuole mettere a fuoco le problematiche dei ragazzi di tutto il globo e il loro rapporto con la fede. Per questo motivo, nello scorso mese di settembre, presso la curia generalizia dei gesuiti, si è tenuto il Seminario internazionale sulla condizione giovanile nel mondo. All’evento hanno partecipato 82 invitati provenienti dai cinque continenti: 21 giovani, 17 esperti da università ecclesiastiche, 15 esperti da altre università, 20 formatori e operatori della pastorale giovanile e vocazionale, 9 rappresentanti di organismi della santa sede. Dal punto di vista geografico, 52 partecipanti erano europei, 18 dalle Americhe, 7 asiatici, 4 africani, 1 australiana. Particolarmente significativa è stata la presenza di giovani da diversi contesti geografici, socio-culturali e religiosi. Essi hanno contribuito attivamente alle giornate di studio, anche introducendo e concludendo i lavori con le loro esperienze di vita e le loro riflessioni. Durante le sessioni autorevoli cattedratici hanno affrontato attraverso le loro comunicazioni i temi previsti dal programma: i giovani e l’identità; i giovani e la progettualità; i giovani e l’alterità; i giovani e la tecnologia; i giovani e la trascendenza. A ognuno dei temi è stata dedicata una sessione: quelle mattutine sono state introdotte da una meditazione biblica e a ogni comunicazione è seguito un ampio e partecipato dibattito, poi protrattosi nei circoli linguistici in italiano, inglese, francese e spagnolo. La prima sessione si è aperta con il saluto del cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, e con la riflessione biblica di padre Giulio Michelini, che nella Quaresima 2017 ha predicato gli esercizi spirituali al papa e alla curia romana. Subito dopo cinque giovani hanno raccontato le loro sfide quotidiane: dal vivere in paesi in guerra, a tutte le problematiche connesse alle scelte di vita fino al vero e proprio dramma della disoccupazione soprattutto in Europa. Nell’ultima sessione del Seminario si è fatto un bilancio e sono state indicate delle prospettive in vista del prossimo Sinodo. I giovani hanno presentato un video nel quale hanno sintetizzato la loro esperienza riassumibile nella frase: “Siamo una famiglia, ascoltiamoci e cresciamo insieme”. Da questo slogan è emerso il desiderio dei giovani partecipanti al seminario di trovare nella Chiesa una casa, una famiglia e una comunità dove poter maturare le proprie scelte di vita e contribuire al bene comune.
Due gli impegni concretamente presi dagli organizzatori del dibattito: da un lato accompagnare le nuove generazioni, dall’altro il proposito e il desiderio della Chiesa di rispondere alle richieste dei giovani di essere protagonisti nella costruzione di un mondo migliore. Il Sinodo si svolgerà proprio a metà del cammino tra la Gmg di Cracovia e quella di Panama prevista nel 2019. “Un Sinodo – ha spiegato Francesco – dal quale nessun giovane deve sentirsi escluso! Qualcuno potrebbe dire: ‘Ma… facciamo il Sinodo per i giovani cattolici… per i giovani che appartengono alle associazioni cattoliche, così è più forte…’. No! Il Sinodo è il Sinodo per e di tutti i giovani! I giovani sono i protagonisti. ‘Ma anche i giovani che si sentono agnostici?’. Sì! ‘Anche i giovani che hanno la fede tiepida?’. Sì! ‘Anche i giovani che sono lontani dalla Chiesa?’. Sì! ‘Anche i giovani che si sentono atei?’. Sì! Questo è il Sinodo dei giovani, e noi tutti vogliamo ascoltarci. Ogni giovane ha qualcosa da dire agli altri, ha qualcosa da dire agli adulti, ha qualcosa da dire ai preti, alle suore, ai vescovi e al papa! Tutti abbiamo bisogno di ascoltare voi”.
Per Bergoglio, infatti, “il mondo di oggi ha bisogno di giovani che vadano ‘in fretta’, che non si stanchino di andare in fretta; di giovani che abbiano quella vocazione di sentire che la vita per loro offre una missione”. Ma il papa non nasconde mai che “il dramma di questo mondo è che i giovani spesso sono scartati. Non hanno lavoro, non hanno un ideale da realizzare, manca l’educazione, manca l’integrazione… Tanti giovani devono fuggire, emigrare in altre terre… I giovani, oggi, è duro dirlo, ma spesso sono ‘materiale di scarto’. E questo noi non possiamo tollerarlo! E noi dobbiamo fare questo Sinodo per dire: ‘Noi giovani siamo qui!’. E noi andiamo a Panama per dire: ‘Noi giovani siamo qui, in cammino. Non vogliamo essere materiale di scarto! Noi abbiamo un valore da dare’”. Francesco ha evidenziato, inoltre, che “nel Sinodo, la Chiesa, tutta, vuole ascoltare i giovani: cosa pensano, cosa sentono, cosa vogliono, cosa criticano e di quali cose si pentono. Tutto. La Chiesa ha bisogno di più primavera ancora, e la primavera è la stagione dei giovani. E inoltre vorrei invitarvi a fare questo cammino, questa strada verso il Sinodo e verso Panama, a farla con gioia, farla con desiderio, senza paura, senza vergogna, farla coraggiosamente. Ci vuole coraggio. E cercare di cogliere la bellezza nelle piccole cose. E un’altra cosa che vorrei dirvi: il Sinodo non è un ‘parlatoio’. La Gmg non sarà un ‘parlatoio’ o un circo o una cosa bella, una festa e poi ‘ciao, mi sono dimenticato’. No, concretezze! La vita ci chiede concretezza. In questa cultura liquida, ci vuole concretezza, e la concretezza è la vocazione dei giovani”.