UNA CADUTA “RUMOROSA”
Trent’anni fa, precisamente il 9 novembre del 1989, al grido di libertà, libertà, cade il “Muro della vergogna”, ovvero il Muro di Berlino, consentendo a decine di migliaia di tedeschi dell’Est di unirsi in un grande abbraccio con i “fratelli dell’Ovest”. La notizia rimbalza sui telegiornali di tutto il mondo, nei quali scorrono le prime immagini di festa che concludono una rivoluzione silenziosa iniziata mesi prima e che aveva portato alla caduta del leader comunista Erich Honecker, fedelissimo di Mosca.
L’episodio del 9 novembre, in realtà, nasce per caso. Incalzato dalle domande del giornalista dell’Ansa da Berlino Est, Riccardo Ehrman, il ministro della Propaganda della DDR, Günter Schabowski, ammette di aver ricevuto l’ordine di lasciar attraversare il confine ai cittadini dell’Est, previo regolare permesso, ma ignora la data esatta dell’esecutività dell’ordine. Nel dubbio, si lascia scappare che la direttiva ha effetto immediato. La notizia, dunque, rilanciata dalla tv, entra nelle case di milioni di tedeschi. È il segnale di “via libera”: dopo 28 anni spalanca un orizzonte diverso per i berlinesi e per il mondo intero, che in quel muro ha sempre visto il simbolo della cosiddetta “guerra fredda” e della divisione tra due blocchi contrapposti. Ai soldati di guardia ai famigerati checkpoint, sparsi lungo la “cortina di ferro”, non resta che lasciar passare il fiume di persone che vi si riversa, senza alcuna possibilità di identificazione.
L’evento sarà festeggiato, nel luglio dell’anno successivo, dal mega concerto dal vivo di Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l’esecuzione di The Wall. L’abbattimento ufficiale inizierà il 13 giugno del 1990 ma già da prima migliaia di persone picconeranno in più punti il muro per portarsi a casa un souvenir.
Alla fine della costruzione rimarranno solo alcuni punti, lasciati come monumento di un’epoca storica e un memoriale per ricordare le 170 persone che furono uccise dai militari, durante il disperato tentativo di attraversare il confine innalzato dall’Unione Sovietica il 13 agosto del 1961.