UN TESORO IN RIVA ALL’ADRIATICO

LA TORRE DI CERRANO
By Gabriele Salini
Pubblicato il 2 Gennaio 2016

La struttura, CHE DA POCO HA COMPIUTO 100 ANNI ED è affidata dalla Provincia di Teramo all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, ospita il Museo del Mare, l’Info-point dell’Area Marina Protetta (Amp) e il Centro internazionale di formazione veterinaria. E tutt’intorno si estende un meraviglioso giardino con piante rare e pregiate come lA Spina Christi e il Giglio di mare  Ha compiuto 100 anni ma ha una vitalità notevole. La Torre di Cerrano, fortilizio che deve il suo nome all’omonimo torrente, è diventato il simbolo non soltanto del comune di Pineto (Te) ma dell’intero Abruzzo. Una storia antica, quella della Torre di Cerrano, che affonda le sue origini nel 1568, epoca in cui sotto il reame spagnolo di Napoli venne realizzata, sulle rovine di una torre del 1287, la parte basale. Per molto tempo rimase un baluardo a difesa della costa, mentre agli inizi del secolo scorso fu acquistata da Pasquale Filiani, ufficiale di marina, che la rese abitabile e ne curò la ristrutturazione con rispetto dello stile originario, aggiungendo nel 1915 la torretta terminale. Negli anni venti divenne proprietario il marchese Diego De Sterlich, esponente della nobiltà locale che nel 1935 fece aggiungere un’ala comprendente un seminterrato e i piani terra, primo e secondo. Nel 1981 venne acquistata dall’Amministrazione provinciale di Teramo. E nel 1993 l’ente provinciale affidò la struttura all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo.

La Torre è una testimonianza di quella fitta rete di fortificazioni costiere del regno di Napoli. Oltre al sapore della storia qui si respira vitalità e progettualità. Oggi la struttura ospita il Museo del Mare, l’Info-point dell’Area marina protetta (Amp) e il Centro internazionale di formazione veterinaria dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise. Recentemente il Consiglio di amministrazione dell’Amp è stato rinnovato. Al presidente uscente Benigno D’Orazio è subentrato Leone Cantarini, mentre i componenti del Cda sono Nerina Alonzo, Fabiano Aretusi, Pietro Palozzo e Marina De Ascentiis.

L’antico fortilizio punta al turismo sostenibile attraverso una serie di attività come visite guidate, eventi e attività di snorkeling sui resti del porto sommerso, completando un programma di protezione e valorizzazione dell’ambiente. Tutt’intorno si estende un meraviglioso giardino con la tipica vegetazione della macchia mediterranea, aperto tutti i giorni nel periodo estivo. Il giardino ospita esemplari di pini monumentali e piante particolarmente importanti per il loro utilizzo o per la rarità, come la Spina Christi e il giglio di mare. L’Amp si estende fino a tre miglia nautiche dalla costa e si sviluppa per sette chilometri e rappresenta una risorsa di inestimabile valore per Pineto e Silvi, ma anche per tutta la costa teramana.

A distanza di un secolo dalla sopraelevazione che ha dato alla Torre l’imponente aspetto attuale si è svolto un evento celebrativo organizzato dall’Amp, che per l’occasione ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del ricco calendario estivo. Sono state consegnate delle pergamene ai vari protagonisti di un’estate che ha visto la presenza di oltre 60mila visitatori che hanno potuto assistere ai numerosi eventi allestiti: dai laboratori di ar­cheologia marina a quelli di educazione ambientale, dai concerti all’alba alle serate di degustazione di prodotti tipici, dalle presentazioni di libri al teatro e musical per ragazzi, dai laboratori di narrazione e riciclo creativo alle lezioni di bon ton.

La struttura ha inoltre ricevuto un importante riconoscimento europeo conseguito lo scorso anno a Bruxel­les con la Carta europea per il turismo sostenibile. Nella sede del parlamento europeo il presidente di Europarc Federation Ignace Schops ha consegnato la certificazione di primo Parco marino certificato d’Europa. Una preziosa oasi di pace nell’antico porto del Cerrano, ricca di tesori naturalistici e fruibile in tutto il suo splendore.

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