UN SORRISO PER TUTTI
è domenica, al santuario di San Gabriele e diversi autobus provenienti da varie parti d’Italia sono allineati sul piazzale davanti la chiesa. Tra loro quello di un gruppo di devoti provenienti da Gallipoli (LE). Il legame tra san Gabriele e la città pugliese è antico e viene fatto risalire al 1913 quando Luigi Parisi fu guarito da una ernia per la quale rifiutava di farsi operare. Il miracolo è stato anche esaminato durante i processi canonici che portano l’allora beato Gabriele a diventare santo.
A guidare il pellegrinaggio c’è Enzo, presidente della Associazione San Gabriele di Gallipoli. È un po’ la memoria storica del gruppo e mi racconta dell’associazione nata nel 1990 e approvata nel 2002 dall’allora vescovo monsignor Domenico Caliandro. Secondo lui, san Gabriele a Gallipoli è “di casa” e anche monsignor Fernando Filograno, vescovo diocesano, lo accoglierebbe volentieri.
Negli ultimi anni, infatti, san Gabriele è stato spesso in città (2002, 2011, 2013). Ogni volta c’è stata una calorosa accoglienza del popolo tanto che nel 2011, l’allora superiore padre Floriano De Fabiis, affidò loro una costola del santo e, nel 2013, monsignor Filograna sorprese padre Natale Panetta con una domanda quanto meno inaspettata: “Perché partendo non ci lasciate san Gabriele?”.
Evidentemente, il giovane passionista, è entrato nel cuore di tanti a Gallipoli, e sempre in modo diverso.
Leo, 18 anni, abita vicino alla chiesa dei “Santi Medici” che ospita un quadro di san Gabriele che Parisi aveva in casa. “In città ogni chiesa ha una immagine di san Gabriele – dice – ma a farmelo conoscere meglio è stata la parrucchiera di mamma che, quando veniva, raccontava sempre la vita di questo giovane religioso”. Il primo incontro con san Gabriele, per lui, è stato nella peregrinatio del 2013, mentre dal 2016 viene regolarmente al santuario.
Alessia ha 13 anni. È la più giovane del gruppo. La sua famiglia è praticante e la vita in parrocchia per lei è normale. È stato l’incontro con san Gabriele, invece, ad essere straordinario. La sorellina di Alessia, infatti, è nata nel 2012 con un problema ai femori. Operata ancora piccolissima, era costretta a tenere gesso e divaricatore. Così, quando da Gallipoli è partito un pellegrinaggio per San Gabriele, sono venuti anche loro. La bimba è stata adagiata per qualche momento sulla tomba del santo e al successivo controllo i medici erano stupiti di un così rapido progresso. Oggi, la sorellina di Alessia è sana e sta bene. Lei, invece, è impegnata col gruppo giovanile parrocchiale e a breve entrerà ufficialmente a far parte dell’Associazione San Gabriele.
Rita è una giovane donna. Ha ascoltato i racconti di tutti in silenzio, senza mai dire neppure una parola. Quando le chiedo perché sia legata a san Gabriele, mi risponde: “Mi sono avvicinata per curiosità, sono stata rapita per amore”. Ad affascinare Rita è stata non solo la vita semplice del giovane santo, ma soprattutto il fatto che “san Gabriele sorride a tutti” e il suo sorriso le infonde la serenità che le occorre ad affrontare anche i momenti dolorosi della vita.
Tutti nel gruppo avrebbero qualcosa da raccontare, ma è quasi tempo di salutarci. Alessia però ha qualcosa da aggiungere: “Il nostro parroco sta componendo un’opera per celebrare il primo centenario della canonizzazione di san Gabriele che sarà rappresentato dal nostro gruppo giovanile”. “Don Pietro Nestola – chiosa Enzo – non è solo un cantautore: è il cantore di San Gabriele”. Rita mi porge un libretto dei canti: “Un battito d’ali, Danza fra le stelle, Come un soffio, sono solo alcuni dei canti che il parroco ha scritto per san Gabriele”. E così nel salutarci lo facciamo con un auspicio: quello di poter vedere anche in santuario la grande rappresentazione organizzata dai giovani di Gallipoli.